Il presente saggio offre una lettura del primo romanzo pubblicato da Cormac McCarthy, The Orchard Keeper, tesa a identificare in esso alcuni dei nuclei tematici che riappaiono in continue elaborazioni e variazioni in tutta la produzione dell'autore. Essi sono: l’assenza del padre, da intendersi tanto in senso letterale quanto figura di una mancanza di un orizzonte di riferimento trascendente; la ricerca di un senso dell’esistenza attraverso l’incontro con una figura d’autorità che riempie il vuoto lasciato dal padre; l'insistito ripercorrere la crisi della modernità come nostalgia per un passato tradizionale vissuto sempre solo nel ricordo; il confronto con il mondo della natura come spazio di una alterità tanto vivificante quanto perturbante.
Baucia, F., Bellini, F., «I wanted to be no hero». The Orchard Keeper: diventare uomo, diventare scrittore, in Lonati, F., Segato, G. (ed.), Il gioco per eccellenza. Cinquant'anni di Cormac McCarthy, Sedizioni, Mergozzo Viddalba 2017: <<METAMORFOSI>>, 21- 40 [http://hdl.handle.net/10807/101167]
«I wanted to be no hero». The Orchard Keeper: diventare uomo, diventare scrittore
Bellini, Federico
2017
Abstract
Il presente saggio offre una lettura del primo romanzo pubblicato da Cormac McCarthy, The Orchard Keeper, tesa a identificare in esso alcuni dei nuclei tematici che riappaiono in continue elaborazioni e variazioni in tutta la produzione dell'autore. Essi sono: l’assenza del padre, da intendersi tanto in senso letterale quanto figura di una mancanza di un orizzonte di riferimento trascendente; la ricerca di un senso dell’esistenza attraverso l’incontro con una figura d’autorità che riempie il vuoto lasciato dal padre; l'insistito ripercorrere la crisi della modernità come nostalgia per un passato tradizionale vissuto sempre solo nel ricordo; il confronto con il mondo della natura come spazio di una alterità tanto vivificante quanto perturbante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.