È sorprendente come il poliziesco angloamericano sia stato analizzato da tanti punti di vista differenti – etnico, di genere, politico e sociale – ma mai nei suoi rapporti con la letteratura bellica, dalle due guerre mondiali al Vietnam. A un rapido sguardo i due sottogeneri del romanzo potrebbero apparire solo parzialmente convergenti, ma una considerazione più approfondita rileva che sono in verità assai affini. Entrambi, infatti, possiedono concetti e sentimenti-chiave comuni, come la disillusione e la rabbia. Inoltre, spesso rappresentano i loro eroi in modo assai simile, cioè come uomini spaesati, vittime di un destino spietato. Soggetti che faticano a vivere in una società che non ha mai conosciuto in prima persona le atrocità della guerra e la gravità del sacrificio individuale. Tuttavia, mentre l’impatto della guerra sulla cultura e sulla società è stato generalmente riconosciuto e studiato, l’impatto sull’individuo, che sia l’autore o il protagonista della storia, spesso è rimasto nascosto. Il primo romanzo di Raymond Chandler con protagonista Marlowe, The Big Sleep, viene pubblicato nel 1939 e ottiene subito un notevole successo di pubblico. Marlowe incarna perfettamente le tipiche caratteristiche del detective privato americano: è un individuo rude e cinico, predisposto naturalmente alla violenza e incline a una certa misoginia. Tuttavia non c’è alcun indizio esplicito all’interno dei sette romanzi e mezzo con protagonista Marlowe che l’eroe abbia avuto un passato da soldato. Eppure i suoi comportamenti, i suoi disturbi, gli incubi ricorrenti e la sua naturale predisposizione alla violenza lo configurano come un perfetto reduce di guerra. In questo quadro, partendo dall’analisi della biografia di Chandler, e soprattutto dell’impatto che la Grande guerra ha avuto sullo scrittore nativo dell’Illinois, è possibile rivedere Philip Marlowe come un reduce del Primo conflitto mondiale. In effetti, a ben vedere, i tratti del comportamento di Marlowe sono chiaramente quelli di un reduce. Essi rientrano perfettamente nelle tre tipiche classificazioni dei sintomi post-traumatici: intrusione, evitamento e hyperarousal. Soprattutto i sintomi dell’intrusione sembrano apparire chiaramente nelle opere chandleriane, attraverso continue “onde di memoria falsa” e particolari descrizioni corporee. Con Philip Marlowe, Chandler ha creato un personaggio di finzione che è presto diventato un veicolo per le proprie emozioni. Il mio saggio vuole mostrare come Chandler proietti nel suo eroe i propri traumi bellici di fante impegnato nella Prima guerra mondiale, attraverso l’analisi di alcune psicosi e la descrizione di alcune sofferenze corporee del detective
Segato, G., "Drifted through waves of false memory". Philip Marlowe detective-reduce della Prima guerra mondiale, in Artico, A., Essere Corpo. La Prima guera mondiale tra letteratura e storia, Lint, Trieste 2016: 71-82 [http://hdl.handle.net/10807/100358]
"Drifted through waves of false memory". Philip Marlowe detective-reduce della Prima guerra mondiale
Segato, Giulio
2016
Abstract
È sorprendente come il poliziesco angloamericano sia stato analizzato da tanti punti di vista differenti – etnico, di genere, politico e sociale – ma mai nei suoi rapporti con la letteratura bellica, dalle due guerre mondiali al Vietnam. A un rapido sguardo i due sottogeneri del romanzo potrebbero apparire solo parzialmente convergenti, ma una considerazione più approfondita rileva che sono in verità assai affini. Entrambi, infatti, possiedono concetti e sentimenti-chiave comuni, come la disillusione e la rabbia. Inoltre, spesso rappresentano i loro eroi in modo assai simile, cioè come uomini spaesati, vittime di un destino spietato. Soggetti che faticano a vivere in una società che non ha mai conosciuto in prima persona le atrocità della guerra e la gravità del sacrificio individuale. Tuttavia, mentre l’impatto della guerra sulla cultura e sulla società è stato generalmente riconosciuto e studiato, l’impatto sull’individuo, che sia l’autore o il protagonista della storia, spesso è rimasto nascosto. Il primo romanzo di Raymond Chandler con protagonista Marlowe, The Big Sleep, viene pubblicato nel 1939 e ottiene subito un notevole successo di pubblico. Marlowe incarna perfettamente le tipiche caratteristiche del detective privato americano: è un individuo rude e cinico, predisposto naturalmente alla violenza e incline a una certa misoginia. Tuttavia non c’è alcun indizio esplicito all’interno dei sette romanzi e mezzo con protagonista Marlowe che l’eroe abbia avuto un passato da soldato. Eppure i suoi comportamenti, i suoi disturbi, gli incubi ricorrenti e la sua naturale predisposizione alla violenza lo configurano come un perfetto reduce di guerra. In questo quadro, partendo dall’analisi della biografia di Chandler, e soprattutto dell’impatto che la Grande guerra ha avuto sullo scrittore nativo dell’Illinois, è possibile rivedere Philip Marlowe come un reduce del Primo conflitto mondiale. In effetti, a ben vedere, i tratti del comportamento di Marlowe sono chiaramente quelli di un reduce. Essi rientrano perfettamente nelle tre tipiche classificazioni dei sintomi post-traumatici: intrusione, evitamento e hyperarousal. Soprattutto i sintomi dell’intrusione sembrano apparire chiaramente nelle opere chandleriane, attraverso continue “onde di memoria falsa” e particolari descrizioni corporee. Con Philip Marlowe, Chandler ha creato un personaggio di finzione che è presto diventato un veicolo per le proprie emozioni. Il mio saggio vuole mostrare come Chandler proietti nel suo eroe i propri traumi bellici di fante impegnato nella Prima guerra mondiale, attraverso l’analisi di alcune psicosi e la descrizione di alcune sofferenze corporee del detectiveI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.