This study examines the U.S. contribution to the creation of ASEAN, by analysing the origins – since the foundation of the Southeast Asia Friendship and Economic Treaty (SEAFET) in February 1959 – and the ultimate evolution of Southeast Asian regionalism on 8 August 1967. Throughout the 1960s the United States was interested in the promotion of an ʻindependent nations zoneʼ in Southeast Asia as a means of accelerating the economic co-operation and social progress. The Department of State believed regionalism embodied a necessary element of ʻcontainment doctrineʼ, that should have pursued two main objectives: first, to preserve and strengthen the will of the peoples of the area to resist Communist threat; second, to assist these governments in copying with the major problems of development. Since historians have tended to concentrate on military issue, this proposal draws attention to U.S. plans taking into account two main aspects: diplomatic and economic. Washington had no territorial ambitions and, to some extent, the desire to secure the markets and raw materials of Southeast Asia for U.S. industry could offer an adequate explanation for the American commitment to the region. Regionalism in Southeast Asia during the Cold War is still an understudied field, partly due to the uneven attention given to the Second Indochina conflict. This research project is based on a vast array of textual records gathering from U.S., U.K., and Australian National Archives, as well as memoirs of the then Southeast Asian leaders. This study seeks to provide the U.S. point of view to understand the process of regional co-operation, hoping to bring a broader contribution to the field of both diplomatic history and ASEAN studies. This study concludes that United States has long worked actively to encourage regional cohesion among the nations of Southeast Asia and, albeit territorial disputes, Southeast Asian states were committed to establish a truly co-operative association that provided Asian solutions to Asian problems.

Questa ricerca si propone di individuare ed esaminare il contributo del Governo americano al processo di integrazione economica, politica e culturale tra gli Stati non-comunisti della regione dell'Asia sud-orientale, prendendo le mosse dalla creazione della primigenia forma di cooperazione regionale nel febbraio 1959 – il Southeast Asia Friendship and Economic Treaty (SEAFET) – fino ad arrivare alla fondazione dell'Association of Southeast Asian Nations (ASEAN), l'8 agosto 1967. L'impegno in prima linea degli Stati Uniti sarà analizzato sotto due aspetti in particolare: storico e diplomatico. Partendo proprio dalla documentazione consultata negli archivi americani di College Park e in quelli britannici di Kew Gardens, l'analisi percorre i principali avvenimenti della Guerra Fredda nel Sud-est asiatico che contraddistinsero l'ultima parte degli anni Cinquanta e tutti gli anni Sessanta: il periodo immediatamente successivo alla lunga e, per certi versi sanguinosa, fase della decolonizzazione; la crisi vietnamita e il Secondo conflitto indocinese (1954-1973); lo scisma sino-sovietico all'interno del campo comunista (1960); la Konfrontasi indo-malese (1962-1966); il disimpegno britannico dai territori “a est di Suez” (annunciato nel 1966 dal Governo Wilson). Nel contesto di questi eventi che cambiarono in un decennio la fisionomia politica ed economica del Sud-est asiatico, Washington favorì la formazione di una organizzazione regionale in funzione anti-comunista e, in particolare, anti-cinese che coinvolse gli Stati dell'Asia sud-orientale intenti a fronteggiare all'interno dei propri confini movimenti di ispirazione marxista che facevano riferimento – con diverse sfaccettature – chi a Mosca e chi a Pechino. Le nazioni chiamate in causa da questa ricerca sono cinque: Thailandia, Malaysia, Singapore, Indonesia e Filippine, i Paesi fondatori dell'ASEAN. Il Sud-est asiatico rappresentò per gli Stati Uniti il bastione del “Free World” nel continente asiatico, dove peraltro fioccavano gli investimenti delle compagnie americane dell'industria estrattiva. Era pertanto motivo ulteriore per Washington evitare che l'influenza comunista soggiogasse i Paesi della regione che stavano gradualmente percorrendo la via della democrazia e dello sviluppo. Anche sulla scorta di quanto mostrato in Europa, gli americani si affidarono alla carta del regionalismo: in primo luogo, per facilitare il riavvicinamento tra i Paesi del cosiddetto “lower arc” le cui relazioni erano tese per varie questioni territoriali e politiche. In secondo luogo, per favorire il processo di nascita di un “nuovo spirito asiatico” – guidato principalmente dalla Thailandia – finalizzato a trovare soluzioni locali a problemi locali nel pieno spirito di cooperazione.

NEIRONI, RAIMONDO MARIA, REGIONALISMO E GUERRA FREDDA. L'"APPROPRIATE INVOLVEMENT" AMERICANO NEL SUD-EST ASIATICO E LE ORIGINI DEL L'ASEAN, 1958-1967, PASTORI, GIANLUCA, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXXI [https://hdl.handle.net/10807/285519]

REGIONALISMO E GUERRA FREDDA. L'"APPROPRIATE INVOLVEMENT" AMERICANO NEL SUD-EST ASIATICO E LE ORIGINI DEL L'ASEAN, 1958-1967

Neironi, Raimondo Maria
2019

Abstract

This study examines the U.S. contribution to the creation of ASEAN, by analysing the origins – since the foundation of the Southeast Asia Friendship and Economic Treaty (SEAFET) in February 1959 – and the ultimate evolution of Southeast Asian regionalism on 8 August 1967. Throughout the 1960s the United States was interested in the promotion of an ʻindependent nations zoneʼ in Southeast Asia as a means of accelerating the economic co-operation and social progress. The Department of State believed regionalism embodied a necessary element of ʻcontainment doctrineʼ, that should have pursued two main objectives: first, to preserve and strengthen the will of the peoples of the area to resist Communist threat; second, to assist these governments in copying with the major problems of development. Since historians have tended to concentrate on military issue, this proposal draws attention to U.S. plans taking into account two main aspects: diplomatic and economic. Washington had no territorial ambitions and, to some extent, the desire to secure the markets and raw materials of Southeast Asia for U.S. industry could offer an adequate explanation for the American commitment to the region. Regionalism in Southeast Asia during the Cold War is still an understudied field, partly due to the uneven attention given to the Second Indochina conflict. This research project is based on a vast array of textual records gathering from U.S., U.K., and Australian National Archives, as well as memoirs of the then Southeast Asian leaders. This study seeks to provide the U.S. point of view to understand the process of regional co-operation, hoping to bring a broader contribution to the field of both diplomatic history and ASEAN studies. This study concludes that United States has long worked actively to encourage regional cohesion among the nations of Southeast Asia and, albeit territorial disputes, Southeast Asian states were committed to establish a truly co-operative association that provided Asian solutions to Asian problems.
17-lug-2019
XXXI
CORSO DI DOTTORATO IN ISTITUZIONI E POLITICHE
Questa ricerca si propone di individuare ed esaminare il contributo del Governo americano al processo di integrazione economica, politica e culturale tra gli Stati non-comunisti della regione dell'Asia sud-orientale, prendendo le mosse dalla creazione della primigenia forma di cooperazione regionale nel febbraio 1959 – il Southeast Asia Friendship and Economic Treaty (SEAFET) – fino ad arrivare alla fondazione dell'Association of Southeast Asian Nations (ASEAN), l'8 agosto 1967. L'impegno in prima linea degli Stati Uniti sarà analizzato sotto due aspetti in particolare: storico e diplomatico. Partendo proprio dalla documentazione consultata negli archivi americani di College Park e in quelli britannici di Kew Gardens, l'analisi percorre i principali avvenimenti della Guerra Fredda nel Sud-est asiatico che contraddistinsero l'ultima parte degli anni Cinquanta e tutti gli anni Sessanta: il periodo immediatamente successivo alla lunga e, per certi versi sanguinosa, fase della decolonizzazione; la crisi vietnamita e il Secondo conflitto indocinese (1954-1973); lo scisma sino-sovietico all'interno del campo comunista (1960); la Konfrontasi indo-malese (1962-1966); il disimpegno britannico dai territori “a est di Suez” (annunciato nel 1966 dal Governo Wilson). Nel contesto di questi eventi che cambiarono in un decennio la fisionomia politica ed economica del Sud-est asiatico, Washington favorì la formazione di una organizzazione regionale in funzione anti-comunista e, in particolare, anti-cinese che coinvolse gli Stati dell'Asia sud-orientale intenti a fronteggiare all'interno dei propri confini movimenti di ispirazione marxista che facevano riferimento – con diverse sfaccettature – chi a Mosca e chi a Pechino. Le nazioni chiamate in causa da questa ricerca sono cinque: Thailandia, Malaysia, Singapore, Indonesia e Filippine, i Paesi fondatori dell'ASEAN. Il Sud-est asiatico rappresentò per gli Stati Uniti il bastione del “Free World” nel continente asiatico, dove peraltro fioccavano gli investimenti delle compagnie americane dell'industria estrattiva. Era pertanto motivo ulteriore per Washington evitare che l'influenza comunista soggiogasse i Paesi della regione che stavano gradualmente percorrendo la via della democrazia e dello sviluppo. Anche sulla scorta di quanto mostrato in Europa, gli americani si affidarono alla carta del regionalismo: in primo luogo, per facilitare il riavvicinamento tra i Paesi del cosiddetto “lower arc” le cui relazioni erano tese per varie questioni territoriali e politiche. In secondo luogo, per favorire il processo di nascita di un “nuovo spirito asiatico” – guidato principalmente dalla Thailandia – finalizzato a trovare soluzioni locali a problemi locali nel pieno spirito di cooperazione.
PASTORI, GIANLUCA
COLOMBO, PAOLO
NEIRONI, RAIMONDO MARIA, REGIONALISMO E GUERRA FREDDA. L'"APPROPRIATE INVOLVEMENT" AMERICANO NEL SUD-EST ASIATICO E LE ORIGINI DEL L'ASEAN, 1958-1967, PASTORI, GIANLUCA, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXXI [https://hdl.handle.net/10807/285519]
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