La tesi di dottorato riguarda la misurazione e gli effetti della politica ambientale nel contesto dell'ipotesi di Porter (PH). Il primo capitolo offre una revisione critica della vasta letteratura empirica sull'ipotesi di Porter. Il secondo capitolo presenta un'indagine empirica dell'ipotesi di Porter incentrata sui settori manifatturieri dei Paesi europei tra il 1997 e il 2009. Si esamina l'impatto complessivo dell'innovazione e della produttività, che sono gli indicatori più rilevanti per il PH “forte”. Questo approccio ci permette di tenere conto dei potenziali costi opportunità delle innovazioni indotte. Come proxy del rigore delle politiche ambientali utilizziamo le spese per l'abbattimento e il controllo dell'inquinamento (PACE), che rappresentano uno dei pochi indicatori disponibili a livello settoriale. Per ovviare al suo principale inconveniente, quello della potenziale endogeneità del PACE, adottiamo un approccio di stima a variabili strumentali. Il terzo capitolo rappresenta un approccio nuovo, ispirato alla letteratura sui modelli latenti multilivello e alla teoria della risposta agli oggetti, per valutare la performance delle politiche ambientali ed energetiche dei Paesi. Utilizziamo i dati sulle politiche di efficienza energetica rivolte ai settori industriali in 27 Paesi dell'UE tra il 2004 e il 2009 e classifichiamo i Paesi in base alla loro capacità di attuare le politiche nel tempo. A differenza dei contributi precedenti, il nostro modello tiene conto della difficoltà intrinseca di un determinato mix di strumenti politici. Inoltre, il modello è stato esteso per gestire i dati longitudinali e per aggiustare la classifica dei Paesi in base ad elementi osservabili di tipo economico e istituzionale, che possono influenzare la progettazione e l'attuazione delle politiche.
-The PhD thesis is about measurement and effects of environmental policy in the context of the Porter Hypothesis (PH). The first chapter offers a critical review of the large empirical literature on the Porter Hypothesis. The second chapter presents an empirical investigation of the Porter Hypothesis focusing on the manufacturing sectors of European countries between 1997 and 2009. We look at overall innovation and productivity impact that are the most relevant indicators for the “strong” PH. This approach allows us to account for potential opportunity costs of induced innovations. As a proxy of environmental policy stringency we use pollution abatement and control expenditures (PACE), which represent one of the few indicators available at the sectoral level. We remedy upon its main drawback, that of potential endogeneity of PACE, by adopting an instrumental variable estimation approach. The third chapter represents a novel approach, inspired by the literature on multilevel latent models and Item Response Theory, to assessing countries’ environmental and energy policy performance. We use data on energy efficiency policy targeting industrial sectors in 27 EU countries between 2004 and 2009 and rank countries with respect to their ability to implement policy over time. Unlike previous contributions in this respect, our model accounts for the inherent difficulty of a given policy instrument mix. Moreover, the model is extended to deal with the longitudinal data and to adjust the country ranking as a result of economic and institutional observables, which are likely to affect policy design and implementation.
RUBASHKINA, YANA, ENVIRONMENTAL POLICY STRINGENCY: MEASUREMENTS AND EFFECTS, GALEOTTI, MARZIO DOMENICO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXV [https://hdl.handle.net/10807/286440]
ENVIRONMENTAL POLICY STRINGENCY: MEASUREMENTS AND EFFECTS
Rubashkina, Yana
2014
Abstract
La tesi di dottorato riguarda la misurazione e gli effetti della politica ambientale nel contesto dell'ipotesi di Porter (PH). Il primo capitolo offre una revisione critica della vasta letteratura empirica sull'ipotesi di Porter. Il secondo capitolo presenta un'indagine empirica dell'ipotesi di Porter incentrata sui settori manifatturieri dei Paesi europei tra il 1997 e il 2009. Si esamina l'impatto complessivo dell'innovazione e della produttività, che sono gli indicatori più rilevanti per il PH “forte”. Questo approccio ci permette di tenere conto dei potenziali costi opportunità delle innovazioni indotte. Come proxy del rigore delle politiche ambientali utilizziamo le spese per l'abbattimento e il controllo dell'inquinamento (PACE), che rappresentano uno dei pochi indicatori disponibili a livello settoriale. Per ovviare al suo principale inconveniente, quello della potenziale endogeneità del PACE, adottiamo un approccio di stima a variabili strumentali. Il terzo capitolo rappresenta un approccio nuovo, ispirato alla letteratura sui modelli latenti multilivello e alla teoria della risposta agli oggetti, per valutare la performance delle politiche ambientali ed energetiche dei Paesi. Utilizziamo i dati sulle politiche di efficienza energetica rivolte ai settori industriali in 27 Paesi dell'UE tra il 2004 e il 2009 e classifichiamo i Paesi in base alla loro capacità di attuare le politiche nel tempo. A differenza dei contributi precedenti, il nostro modello tiene conto della difficoltà intrinseca di un determinato mix di strumenti politici. Inoltre, il modello è stato esteso per gestire i dati longitudinali e per aggiustare la classifica dei Paesi in base ad elementi osservabili di tipo economico e istituzionale, che possono influenzare la progettazione e l'attuazione delle politiche.File | Dimensione | Formato | |
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