The aim of the present work is to investigate the hermeneutical perspective developed by the Belgian scholar Julien Ries, founder of a discipline known as religious or symbolic anthropology. Irreducible to history of religions, phenomenology or to hermeneutic, it is rather a synthesis of them, in which converge different methods and approaches. The result of this virtuous integration is a humanistic discipline that clarifies the fundamental structures of homo religiosus, as an essential category of religiosus anthropology. In this work we studied the theoretical structures which innervate Ries’ point of view, namely the conceptual structure of a work otherwise merely historical. Once being identified the principal Ries’ sources in Jacques Vidal, Mircea Eliade, Gilbert Durand and Carl Gustav Jung, we worked with a double concern. Firstly, we have clarified the chief points of the perspective of the four scholars, in order to clarify their position concerning religious experience; secondarily, we compared these results with Ries’ valorisation of them. After having developed the basis of a symbolic anthropology, this work opens to further perspectives towards a “new symbolic ontology”, in order to renew anthropology tout court.

Il lavoro si propone di indagare la prospettiva ermeneutica sviluppata dallo studioso belga Julien Ries, padre di una disciplina oggi nota come antropologia religiosa o simbolica. Irriducibile alla storia delle religioni, alla fenomenologia o all’ermeneutica del sacro, essa si configura piuttosto come loro virtuosa sintesi, entro la quale convergono metodi e approcci antropologici complementari, che integrandosi vicendevolmente formano una disciplina umanistica in grado di evidenziare le strutture fondamentali di homo religiosus quale categoria decisiva dell’antropologia simbolica. In questo lavoro abbiamo indagato le strutture teoretiche sottese all’impianto riessiano, ovvero la struttura concettuale di un’opera il cui taglio è altrimenti prettamente storico. Individuati i riferimenti principali di Ries in Jacques Vidal, Mircea Eliade, Gilbert Durand e Carl Gustav Jung, si è proceduto nell’indagine con una duplice preoccupazione: evidenziati gli snodi principali della teoresi dei quattro studiosi in ordine alla questione dell’esperienza religiosa, si sono poi confrontati tali risultati con l’utilizzo e la valorizzazione riessiana di tali approcci. Delineate così le linee di sviluppo di un’antropologia simbolica, il lavoro apre nuove prospettive in direzione di una “nuova ontologia simbolica”, che si pone alla base di una disciplina in grado di rinnovare le basi stesse dell’antropologia tout court.

NAVARRIA, DAVIDE, LINEE DI UN'ANTROPOLOGIA SIMBOLICA A PARTIRE DA JULIEN RIES, PETROSINO, SILVANO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVI [https://hdl.handle.net/10807/286344]

LINEE DI UN'ANTROPOLOGIA SIMBOLICA A PARTIRE DA JULIEN RIES

Navarria, Davide
2014

Abstract

The aim of the present work is to investigate the hermeneutical perspective developed by the Belgian scholar Julien Ries, founder of a discipline known as religious or symbolic anthropology. Irreducible to history of religions, phenomenology or to hermeneutic, it is rather a synthesis of them, in which converge different methods and approaches. The result of this virtuous integration is a humanistic discipline that clarifies the fundamental structures of homo religiosus, as an essential category of religiosus anthropology. In this work we studied the theoretical structures which innervate Ries’ point of view, namely the conceptual structure of a work otherwise merely historical. Once being identified the principal Ries’ sources in Jacques Vidal, Mircea Eliade, Gilbert Durand and Carl Gustav Jung, we worked with a double concern. Firstly, we have clarified the chief points of the perspective of the four scholars, in order to clarify their position concerning religious experience; secondarily, we compared these results with Ries’ valorisation of them. After having developed the basis of a symbolic anthropology, this work opens to further perspectives towards a “new symbolic ontology”, in order to renew anthropology tout court.
12-apr-2014
XXVI
SCUOLA DI DOTTORATO IN STUDI UMANISTICI. TRADIZIONE E CONTEMPORANEITA'
Il lavoro si propone di indagare la prospettiva ermeneutica sviluppata dallo studioso belga Julien Ries, padre di una disciplina oggi nota come antropologia religiosa o simbolica. Irriducibile alla storia delle religioni, alla fenomenologia o all’ermeneutica del sacro, essa si configura piuttosto come loro virtuosa sintesi, entro la quale convergono metodi e approcci antropologici complementari, che integrandosi vicendevolmente formano una disciplina umanistica in grado di evidenziare le strutture fondamentali di homo religiosus quale categoria decisiva dell’antropologia simbolica. In questo lavoro abbiamo indagato le strutture teoretiche sottese all’impianto riessiano, ovvero la struttura concettuale di un’opera il cui taglio è altrimenti prettamente storico. Individuati i riferimenti principali di Ries in Jacques Vidal, Mircea Eliade, Gilbert Durand e Carl Gustav Jung, si è proceduto nell’indagine con una duplice preoccupazione: evidenziati gli snodi principali della teoresi dei quattro studiosi in ordine alla questione dell’esperienza religiosa, si sono poi confrontati tali risultati con l’utilizzo e la valorizzazione riessiana di tali approcci. Delineate così le linee di sviluppo di un’antropologia simbolica, il lavoro apre nuove prospettive in direzione di una “nuova ontologia simbolica”, che si pone alla base di una disciplina in grado di rinnovare le basi stesse dell’antropologia tout court.
PETROSINO, SILVANO
BEARZOT, CINZIA SUSANNA
NAVARRIA, DAVIDE, LINEE DI UN'ANTROPOLOGIA SIMBOLICA A PARTIRE DA JULIEN RIES, PETROSINO, SILVANO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVI [https://hdl.handle.net/10807/286344]
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