The commented edition of the unpublished and unfinished poem ‘I fasti sacri’, written by Sforza Pallavicino in the first years of his poetic activity, proposes new interesting information about Barberini’s circle in Rome, at the beginning of XVII century. Explicit definitions on poetic matter are in the ‘Discorso intorno al seguente poema’, with argumentations taken from the theoretical consideration on the epic poem by Tasso. On the model of Ovid’s ‘Fasti’, throughout seven cantos, each one anticipated by a subject in prose, the author covers the Christian calendar narrating the stories of some important saints and martyrs, in the same years of the revision of ‘Martyrologium Romanum’ promoted by the Pope Urban VIII. The poem, extremely close to ‘Poetica sacra’ by Giovanni Ciampoli but also in dialogue with other works of the classicism of Barberini’s circle, proposes itself as an alternative to Marino’s poetry, perceived like lascivious and mendacious. Notwithstanding an often polemic opposition to Secentismo, the text reveals some interesting consonances with Marino’s works, as well as with other authors of the moderate Marinism.

Con l’edizione commentata di un’opera giovanile di Sforza Pallavicino, il poema inedito e incompleto 'I fasti sacri', si cerca di fornire una ulteriore tessera utile a comprendere e definire le caratteristiche della poetica del circolo barberiniano nella Roma di inizio Seicento. In apertura dell’opera il 'Discorso intorno al seguente poema' raccoglie le dichiarazioni esplicite della poetica del Pallavicino, a partire dalla riflessione di Tasso sul poema; seguono poi sette canti, ognuno dei quali è anticipato e riassunto da un 'Soggetto' in prosa. In essi l’autore, sul modello dei 'Fasti' di Ovidio, rilegge il calendario in chiave cristiana, raccontando le vicende dei principali santi e martiri di ogni mese. La stesura del testo, sotto la supervisione di Papa Urbano VIII, sembra avvicinarsi alle operazioni di revisione del 'Martyrologium Romanum', in particolare all’edizione voluta dallo stesso Urbano nel 1630. L’opera, in stretta sintonia con la 'Poetica sacra' di Giovanni Ciampoli ma che dialoga anche con altri testi del classicismo barberiniano, si propone come alternativa alla poesia avvertita come lasciva e mendace della scuola marinista, in un’opposizione spesso polemica, ma che mostra a volte alcune interessanti consonanze con le opere di Marino stesso e di alcuni esponenti del marinismo moderato.

APOLLONIO, SILVIA, I Fasti sacri di Sforza Pallavicino: edizione e commento, BELLINI, ERALDO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXIII [https://hdl.handle.net/10807/285961]

I Fasti sacri di Sforza Pallavicino: edizione e commento

Apollonio, Silvia
2013

Abstract

The commented edition of the unpublished and unfinished poem ‘I fasti sacri’, written by Sforza Pallavicino in the first years of his poetic activity, proposes new interesting information about Barberini’s circle in Rome, at the beginning of XVII century. Explicit definitions on poetic matter are in the ‘Discorso intorno al seguente poema’, with argumentations taken from the theoretical consideration on the epic poem by Tasso. On the model of Ovid’s ‘Fasti’, throughout seven cantos, each one anticipated by a subject in prose, the author covers the Christian calendar narrating the stories of some important saints and martyrs, in the same years of the revision of ‘Martyrologium Romanum’ promoted by the Pope Urban VIII. The poem, extremely close to ‘Poetica sacra’ by Giovanni Ciampoli but also in dialogue with other works of the classicism of Barberini’s circle, proposes itself as an alternative to Marino’s poetry, perceived like lascivious and mendacious. Notwithstanding an often polemic opposition to Secentismo, the text reveals some interesting consonances with Marino’s works, as well as with other authors of the moderate Marinism.
15-apr-2013
XXIII
CORSO DI DOTTORATO IN SCIENZE STORICHE, FILOLOGICHE E LETTERARIE DELL'EUROPA E DEL MEDITERRANEO AFFERENTE ALLA SCUOLA DI DOTTORATO IN STUDI UMANISTICI
Con l’edizione commentata di un’opera giovanile di Sforza Pallavicino, il poema inedito e incompleto 'I fasti sacri', si cerca di fornire una ulteriore tessera utile a comprendere e definire le caratteristiche della poetica del circolo barberiniano nella Roma di inizio Seicento. In apertura dell’opera il 'Discorso intorno al seguente poema' raccoglie le dichiarazioni esplicite della poetica del Pallavicino, a partire dalla riflessione di Tasso sul poema; seguono poi sette canti, ognuno dei quali è anticipato e riassunto da un 'Soggetto' in prosa. In essi l’autore, sul modello dei 'Fasti' di Ovidio, rilegge il calendario in chiave cristiana, raccontando le vicende dei principali santi e martiri di ogni mese. La stesura del testo, sotto la supervisione di Papa Urbano VIII, sembra avvicinarsi alle operazioni di revisione del 'Martyrologium Romanum', in particolare all’edizione voluta dallo stesso Urbano nel 1630. L’opera, in stretta sintonia con la 'Poetica sacra' di Giovanni Ciampoli ma che dialoga anche con altri testi del classicismo barberiniano, si propone come alternativa alla poesia avvertita come lasciva e mendace della scuola marinista, in un’opposizione spesso polemica, ma che mostra a volte alcune interessanti consonanze con le opere di Marino stesso e di alcuni esponenti del marinismo moderato.
BELLINI, ERALDO
BEARZOT, CINZIA SUSANNA
APOLLONIO, SILVIA, I Fasti sacri di Sforza Pallavicino: edizione e commento, BELLINI, ERALDO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXIII [https://hdl.handle.net/10807/285961]
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