The research aims to investigate the EU cross-border gathering and use of evidence in criminal matters, focusing on the protection of fundamental rights in transnational proceedings. Given the current framework, Part I is dedicated to the critical examination of the Directive 2014/41/EU on the European investigation order and the problems connected with mutual recognition, in the absence of a prior harmonization. Part II focuses on the transposition of the EIO directive into the italian system, with particular attention to the defence rights. Finally, Part III examines the impact of the EIO on national systems and points out the possible solutions in order to introduce minimum rules of mutual admissibility of evidence.

Scopo della presente ricerca è quello di tracciare i confini entro cui si articola la (attuale e futura) cooperazione probatoria nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Premessa una breve ricostruzione storico-normativa, la Parte I è incentrata sulle novità introdotte dalla direttiva 2014/41/UE e sui possibili vulnus di tutela derivanti da un acritico operare del mutuo riconoscimento, in assenza di uno statuto europeo di mutual admissibility of evidence. La Parte II è invece focalizzata sulla trasposizione della direttiva OEI nell’ordinamento italiano, con particolare attenzione agli inediti diritti – informativi, partecipativi e di impugnazione – riconosciuti alla difesa. Da ultimo, la Parte III è dedicata alle ricadute dell’OEI sui sistemi nazionali e le possibili soluzioni de iure condendo in tema di armonizzazione. Anzitutto, la ricerca intende dimostrare il superamento del tradizionale principio di non-inquiry, verso un regime di equiparazione, in punto di utilizzabilità, tra la prova “allogena” e quella “domestica”. In secondo luogo, ci si interroga se, in forza del principio di proporzionalità sancito dall’art. 7 d.lgs. n. 108 del 2017, sia possibile individuare nuove forme di invalidità probatoria. Infine, mediante il costante confronto tra i vari ordinamenti nazionali, la giurisprudenza sovranazionale e le direttive di Stoccolma, vengono individuati gli ambiti di intervento della futura politica processual-penalistica dell’Unione, al fine di ottenere una law of evidence comune dotata di un sufficiente grado di precisione.

Ertola, F., RICERCA E ACQUISIZIONE DELLA PROVA ALL'ESTERO: L'ORDINE EUROPEO DI INDAGINE PENALE, 2022-07-05T00:01:00Z [https://hdl.handle.net/10807/285934]

RICERCA E ACQUISIZIONE DELLA PROVA ALL'ESTERO: L'ORDINE EUROPEO DI INDAGINE PENALE

Ertola, Francesca
2022

Abstract

The research aims to investigate the EU cross-border gathering and use of evidence in criminal matters, focusing on the protection of fundamental rights in transnational proceedings. Given the current framework, Part I is dedicated to the critical examination of the Directive 2014/41/EU on the European investigation order and the problems connected with mutual recognition, in the absence of a prior harmonization. Part II focuses on the transposition of the EIO directive into the italian system, with particular attention to the defence rights. Finally, Part III examines the impact of the EIO on national systems and points out the possible solutions in order to introduce minimum rules of mutual admissibility of evidence.
5-lug-2022
XXXIV
CORSO DI DOTTORATO IN PERSONA E ORDINAMENTI GIURIDICI
Scopo della presente ricerca è quello di tracciare i confini entro cui si articola la (attuale e futura) cooperazione probatoria nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Premessa una breve ricostruzione storico-normativa, la Parte I è incentrata sulle novità introdotte dalla direttiva 2014/41/UE e sui possibili vulnus di tutela derivanti da un acritico operare del mutuo riconoscimento, in assenza di uno statuto europeo di mutual admissibility of evidence. La Parte II è invece focalizzata sulla trasposizione della direttiva OEI nell’ordinamento italiano, con particolare attenzione agli inediti diritti – informativi, partecipativi e di impugnazione – riconosciuti alla difesa. Da ultimo, la Parte III è dedicata alle ricadute dell’OEI sui sistemi nazionali e le possibili soluzioni de iure condendo in tema di armonizzazione. Anzitutto, la ricerca intende dimostrare il superamento del tradizionale principio di non-inquiry, verso un regime di equiparazione, in punto di utilizzabilità, tra la prova “allogena” e quella “domestica”. In secondo luogo, ci si interroga se, in forza del principio di proporzionalità sancito dall’art. 7 d.lgs. n. 108 del 2017, sia possibile individuare nuove forme di invalidità probatoria. Infine, mediante il costante confronto tra i vari ordinamenti nazionali, la giurisprudenza sovranazionale e le direttive di Stoccolma, vengono individuati gli ambiti di intervento della futura politica processual-penalistica dell’Unione, al fine di ottenere una law of evidence comune dotata di un sufficiente grado di precisione.
MANCUSO, ENRICO MARIA
NICOLUSSI, ANDREA
Ertola, F., RICERCA E ACQUISIZIONE DELLA PROVA ALL'ESTERO: L'ORDINE EUROPEO DI INDAGINE PENALE, 2022-07-05T00:01:00Z [https://hdl.handle.net/10807/285934]
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
tesiphd_completa_Ertola.pdf.pdf

embargo fino al 01/01/2100

Tipologia file ?: Tesi di dottorato
Note: tesi
Dimensione 3.6 MB
Formato Adobe PDF
3.6 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10280/122447
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact