Human, who are you? Facing this anthropological question, every person is called to work on his existential self-definition. This inquiry resounded even more powerful in the early thirties, when philosopher Emmanuel Mounier conceived French Personalism, as opposed to the anti-personalistic tendencies of that time. Thus, who is the human person? To answer the presence of a "you" is foremost required, in front of which the person can claim his ‘adsum’ and find his origin. An origin that occurs in the encounter with a human body and a face - of Levinassian remembrance - in which the "I" and the "you" are intertwined in the carnal weave of existence. Indeed, the keystone for understanding the person can be found in the original nudity of the human corporeality. Facing the risk of the ever-current dualisms which oppose the spiritual person and the material individual of Maritain, or the angel and the beast of Péguy; a unitary anthropologic perspective will be outlined, with roots in Marcel's affirmation: "Je suis mon corps". In conclusion, within the condition of the human being's incarnation, a deeper sense of corporeality of the self can be found, which is the place of its own spiritual transcendence.

Uomo, chi sei? Suona così, a livello antropologico, la domanda cardine di fronte alla quale ogni uomo è chiamato a un lavoro di autodefinizione esistenziale. Domanda che risuona con tanta più forza negli anni Trenta del Novecento quando il filosofo Emmanuel Mounier dà origine al Personalismo francese, in contrapposizione alle derive anti-personalistiche della storia buia di quegli anni. Chi è, dunque, la persona umana? Per rispondere, secondo i personalisti, è anzitutto necessario il darsi della presenza di un tu, di fronte al quale la persona, nella disponibilità dell’adsum, trova la propria origine. Origine che accade nell’incontro con un corpo umano e un volto – di levinassiana memoria – in cui l’io e il tu si intrecciano nella trama carnale dell’esistenza. Nella nudità originaria dell’umana corporeità, infatti, si può rintracciare la chiave di volta per la comprensione della persona. Contro il rischio dei sempre attuali dualismi, che contrappongono la persona spirituale e l’individuo materiale di Maritain, o l’angelo e la bestia di Péguy, si tenterà di delineare un’antropologia unitaria che si radichi nell’affermazione di Marcel: ‘Je suis mon corps’. Nella condizione di incarnazione dell’essere umano, infatti, si scopre una corporeità dell’io che è luogo della sua stessa trascendenza spirituale.

Zanchi, J., PERSONA E CORPOREITA'. ANALISI FILOSOFICHE SULLA CONDIZIONE UMANA, 2022-05-06T00:01:00Z [https://hdl.handle.net/10807/285051]

PERSONA E CORPOREITA'. ANALISI FILOSOFICHE SULLA CONDIZIONE UMANA

Zanchi, Juri
2022

Abstract

Human, who are you? Facing this anthropological question, every person is called to work on his existential self-definition. This inquiry resounded even more powerful in the early thirties, when philosopher Emmanuel Mounier conceived French Personalism, as opposed to the anti-personalistic tendencies of that time. Thus, who is the human person? To answer the presence of a "you" is foremost required, in front of which the person can claim his ‘adsum’ and find his origin. An origin that occurs in the encounter with a human body and a face - of Levinassian remembrance - in which the "I" and the "you" are intertwined in the carnal weave of existence. Indeed, the keystone for understanding the person can be found in the original nudity of the human corporeality. Facing the risk of the ever-current dualisms which oppose the spiritual person and the material individual of Maritain, or the angel and the beast of Péguy; a unitary anthropologic perspective will be outlined, with roots in Marcel's affirmation: "Je suis mon corps". In conclusion, within the condition of the human being's incarnation, a deeper sense of corporeality of the self can be found, which is the place of its own spiritual transcendence.
6-mag-2022
XXXIV
CORSO DI DOTTORATO IN SCIENZE DELLA PERSONA E DELLA FORMAZIONE
Uomo, chi sei? Suona così, a livello antropologico, la domanda cardine di fronte alla quale ogni uomo è chiamato a un lavoro di autodefinizione esistenziale. Domanda che risuona con tanta più forza negli anni Trenta del Novecento quando il filosofo Emmanuel Mounier dà origine al Personalismo francese, in contrapposizione alle derive anti-personalistiche della storia buia di quegli anni. Chi è, dunque, la persona umana? Per rispondere, secondo i personalisti, è anzitutto necessario il darsi della presenza di un tu, di fronte al quale la persona, nella disponibilità dell’adsum, trova la propria origine. Origine che accade nell’incontro con un corpo umano e un volto – di levinassiana memoria – in cui l’io e il tu si intrecciano nella trama carnale dell’esistenza. Nella nudità originaria dell’umana corporeità, infatti, si può rintracciare la chiave di volta per la comprensione della persona. Contro il rischio dei sempre attuali dualismi, che contrappongono la persona spirituale e l’individuo materiale di Maritain, o l’angelo e la bestia di Péguy, si tenterà di delineare un’antropologia unitaria che si radichi nell’affermazione di Marcel: ‘Je suis mon corps’. Nella condizione di incarnazione dell’essere umano, infatti, si scopre una corporeità dell’io che è luogo della sua stessa trascendenza spirituale.
PAPA, ALESSANDRA
MARCHETTI, ANTONELLA
Zanchi, J., PERSONA E CORPOREITA'. ANALISI FILOSOFICHE SULLA CONDIZIONE UMANA, 2022-05-06T00:01:00Z [https://hdl.handle.net/10807/285051]
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