A questa relazione è stato affidato il compito di aprire la discussione in merito al confine tra diseguaglianze consentite (lecite, opportune o anche doverose) e vietate, intendendo in via di prima approssimazione il concetto di diseguaglianza in senso lato, comprensivo sia delle differenze di trattamento giuridico, sia delle differenze di fatto non contrastate dal diritto. Per porre al centro dell’attenzione le diseguaglianze, invece che direttamente l’eguaglianza, si è scelto di guardare alla dottrina che su quest’ultimo concetto ha appunto la propria attenzione critica, mettendone in luce limiti e ambiguità. Si fatto riferimento, in particolare, ad alcuni contributi di taglio più ampio e radicale, collocati a cavallo tra il diritto costituzionale generale, la teoria del diritto e altri rami delle scienze sociali (Parte I) . Questa disamina ha consentito di fissare i punti di vista, attraverso i quali si è guardato al normale terreno di indagine del diritto costituzionale: la Costituzione, naturalmente, attraverso lo studio della sua genesi e dei suoi sviluppi interpretativi (Parte II). Nelle conclusioni (Parte III) sono appuntate alcune considerazioni generali sui limiti del principio di eguaglianza: per una sua decostruzione, o meglio per una demistificazione di alcuni caratteri che di esso sono predicati. Si è cercato di trarne alcune considerazioni sul perché, per alcune differenziazioni, è più difficile esprimere un giudizio giuridico negativo, soprattutto in sede di interpretazione e applicazione giudiziaria della Costituzione
Massa, M., Diseguaglianza e condizioni personali. Una polemica sull'eguaglianza, in La dis-eguaglianza nello Stato costituzionale : atti del Convegno di Campobasso, 19-20 giugno 2015, (Campobasso, 19-20 June 2015), Editoriale Scientifica, Napoli 2016: 143-181 [http://hdl.handle.net/10807/98750]
Diseguaglianza e condizioni personali. Una polemica sull'eguaglianza
Massa, Michele
2016
Abstract
A questa relazione è stato affidato il compito di aprire la discussione in merito al confine tra diseguaglianze consentite (lecite, opportune o anche doverose) e vietate, intendendo in via di prima approssimazione il concetto di diseguaglianza in senso lato, comprensivo sia delle differenze di trattamento giuridico, sia delle differenze di fatto non contrastate dal diritto. Per porre al centro dell’attenzione le diseguaglianze, invece che direttamente l’eguaglianza, si è scelto di guardare alla dottrina che su quest’ultimo concetto ha appunto la propria attenzione critica, mettendone in luce limiti e ambiguità. Si fatto riferimento, in particolare, ad alcuni contributi di taglio più ampio e radicale, collocati a cavallo tra il diritto costituzionale generale, la teoria del diritto e altri rami delle scienze sociali (Parte I) . Questa disamina ha consentito di fissare i punti di vista, attraverso i quali si è guardato al normale terreno di indagine del diritto costituzionale: la Costituzione, naturalmente, attraverso lo studio della sua genesi e dei suoi sviluppi interpretativi (Parte II). Nelle conclusioni (Parte III) sono appuntate alcune considerazioni generali sui limiti del principio di eguaglianza: per una sua decostruzione, o meglio per una demistificazione di alcuni caratteri che di esso sono predicati. Si è cercato di trarne alcune considerazioni sul perché, per alcune differenziazioni, è più difficile esprimere un giudizio giuridico negativo, soprattutto in sede di interpretazione e applicazione giudiziaria della CostituzioneFile | Dimensione | Formato | |
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