Il tema della formazione linguistica di base per i migranti adulti va inquadrato correttamente in uno scenario globale, che vede la migrazione al centro di un processo di sviluppo umano come strategia dei singoli che affermano – attraverso la mobilità – il diritto di “condurre vite dignitose in accordo con propri progetti e desideri” (Nussbaum 2000), anche sottraendosi a trattamenti forzati, condizioni ingiuste e a una disparità su scala mondiale. Ecco perché l’UNDP considera l’alfabetizzazione e il grado di istruzione uno dei 3 indicatori di sviluppo umano, a fianco della longevità e dello standard di vita. Il contributo, partendo dal trade-off che la migrazione procura in termini di scolarizzazione, rimarca il valore e i nessi strutturali dell’alfabetizzazione per le donne e per gli uomini considerati separatamente. La prospettiva di genere sembra particolarmente adatta perché: a) tra le donne migranti sia i tassi di analfabetismo sia quelli di over-education sono superiori che tra gli uomini; b) per le donne la migrazione può essere determinata da obblighi e impedimenti superiori agli uomini (l’analfabetismo è uno di questi, insieme alla condizione di servitù, ecc.) pertanto assume un significato più forte come strategia di empowerment; c) fra i migranti che si rivolgono all’offerta di alfabetizzazione linguistica nel paese di accoglienza, le donne sono notoriamente in maggioranza e ciò richiede una adeguata interpretazione. Un’analisi esaustiva del fenomeno dovrebbe comprendere: -la misurazione del capitale culturale di partenza dei migranti, secondo il genere, messa in relazione ai livelli medi di scolarità dei Paesi di provenienza; - una descrizione dei caratteri e significati differenti in cui si esprime la domanda di istruzione dei migranti (ai vari livelli: di base, tecnico/professionale, terziario) rivolta ai Paesi sviluppati, distinta secondo il genere (alfabetizzazione come diritto primario, istruzione come veicolo di mobilità, cultura come appartenenza e diritto di cittadinanza, capitale culturale come leva per l’empowerment individuale). - una descrizione dell’offerta di istruzione, ossia la risposta alle diverse domande di cui i migranti sono portatori, organizzata a livello formale su base tanto locale (corsi di L2, moduli per la licenza di base, moduli tecnico-pratici, ecc.) quanto nazionale (accesso ai titoli di studio). Ciò comporta innanzitutto assumere la prospettiva della società ricevente: il “posto” assegnato all’istruzione nelle politiche di accesso alla cittadinanza per i migranti, ecc. non è casuale ma rispecchia: a) la visione generale del migrante e il suo contributo nel contesto di arrivo; b) la condivisione del valore sociale dell’education come base per una cittadinanza attiva nel contesto di appartenenza; c) le modalità di trasmissione della cultura che prevalgono in un determinato Paese erogatore di formazione di base (assimilative, multiculturali e orientate all’appartenenza di gruppo, interattive e orientate all’individuo). La lettura di alcune tabelle e dati a livello globale, europeo e nazionale permetterà di condurre la discussione sul focus tematico, sensibilizzando gli operatori dei servizi linguistici di base rivolti ai migranti adulti sulla delicatezza del compito assegnato e sulla necessità di migliorare la propri sensibilità verso la prospettiva di genere, da un lato, e sulla prospettiva interculturale, dall’altro.

Colombo, M., Analfabetismo, genere, disuguaglianze: lo scenario globale della cittadinanza attraverso la formazione, in Aa.Vv, A., Certifica il tuo italiano. Dall’alfabetizzazione alla formazione certificazione delle competenze linguistiche dei migranti secondo gli standard europei. Un’esperienza di rete in Lombardia, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM), Milano 2014: 129-145 [http://hdl.handle.net/10807/55770]

Analfabetismo, genere, disuguaglianze: lo scenario globale della cittadinanza attraverso la formazione

Colombo, Maddalena
2014

Abstract

Il tema della formazione linguistica di base per i migranti adulti va inquadrato correttamente in uno scenario globale, che vede la migrazione al centro di un processo di sviluppo umano come strategia dei singoli che affermano – attraverso la mobilità – il diritto di “condurre vite dignitose in accordo con propri progetti e desideri” (Nussbaum 2000), anche sottraendosi a trattamenti forzati, condizioni ingiuste e a una disparità su scala mondiale. Ecco perché l’UNDP considera l’alfabetizzazione e il grado di istruzione uno dei 3 indicatori di sviluppo umano, a fianco della longevità e dello standard di vita. Il contributo, partendo dal trade-off che la migrazione procura in termini di scolarizzazione, rimarca il valore e i nessi strutturali dell’alfabetizzazione per le donne e per gli uomini considerati separatamente. La prospettiva di genere sembra particolarmente adatta perché: a) tra le donne migranti sia i tassi di analfabetismo sia quelli di over-education sono superiori che tra gli uomini; b) per le donne la migrazione può essere determinata da obblighi e impedimenti superiori agli uomini (l’analfabetismo è uno di questi, insieme alla condizione di servitù, ecc.) pertanto assume un significato più forte come strategia di empowerment; c) fra i migranti che si rivolgono all’offerta di alfabetizzazione linguistica nel paese di accoglienza, le donne sono notoriamente in maggioranza e ciò richiede una adeguata interpretazione. Un’analisi esaustiva del fenomeno dovrebbe comprendere: -la misurazione del capitale culturale di partenza dei migranti, secondo il genere, messa in relazione ai livelli medi di scolarità dei Paesi di provenienza; - una descrizione dei caratteri e significati differenti in cui si esprime la domanda di istruzione dei migranti (ai vari livelli: di base, tecnico/professionale, terziario) rivolta ai Paesi sviluppati, distinta secondo il genere (alfabetizzazione come diritto primario, istruzione come veicolo di mobilità, cultura come appartenenza e diritto di cittadinanza, capitale culturale come leva per l’empowerment individuale). - una descrizione dell’offerta di istruzione, ossia la risposta alle diverse domande di cui i migranti sono portatori, organizzata a livello formale su base tanto locale (corsi di L2, moduli per la licenza di base, moduli tecnico-pratici, ecc.) quanto nazionale (accesso ai titoli di studio). Ciò comporta innanzitutto assumere la prospettiva della società ricevente: il “posto” assegnato all’istruzione nelle politiche di accesso alla cittadinanza per i migranti, ecc. non è casuale ma rispecchia: a) la visione generale del migrante e il suo contributo nel contesto di arrivo; b) la condivisione del valore sociale dell’education come base per una cittadinanza attiva nel contesto di appartenenza; c) le modalità di trasmissione della cultura che prevalgono in un determinato Paese erogatore di formazione di base (assimilative, multiculturali e orientate all’appartenenza di gruppo, interattive e orientate all’individuo). La lettura di alcune tabelle e dati a livello globale, europeo e nazionale permetterà di condurre la discussione sul focus tematico, sensibilizzando gli operatori dei servizi linguistici di base rivolti ai migranti adulti sulla delicatezza del compito assegnato e sulla necessità di migliorare la propri sensibilità verso la prospettiva di genere, da un lato, e sulla prospettiva interculturale, dall’altro.
2014
Italiano
9788864471468
Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM)
Colombo, M., Analfabetismo, genere, disuguaglianze: lo scenario globale della cittadinanza attraverso la formazione, in Aa.Vv, A., Certifica il tuo italiano. Dall’alfabetizzazione alla formazione certificazione delle competenze linguistiche dei migranti secondo gli standard europei. Un’esperienza di rete in Lombardia, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM), Milano 2014: 129-145 [http://hdl.handle.net/10807/55770]
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