Una gestione scientificamente accettabile, organizzativamente praticabile ed economicamente sostenibile del paziente complesso richiede un approccio alla sua gestione attraverso un nuovo modello di assistenza sanitaria, che faccia della medicina di sistema o “Systems Medicine” la sua base concettuale, che colloca realmente i singoli cittadini al centro del processo dell’assistenza sanitaria, conciliando le differenze individuali in tutte le fasi del processo, dalla prevenzione attraverso la diagnosi e il trattamento al follow-up. Il primo passo verso tale sistema è conoscitivo: stanti le attuali difficoltà dei sistemi informativi sanitari, si è posta la necessità di identificare la popolazione dei malati complessi, con le relative caratteristiche, anche allo scopo di delineare schemi e percorsi gestionali appropriati. A tal scopo il contributo analizza la coorte dei pazienti “complessi” della Regione Lazio, a partire da un’analisi dei ricoveri ospedalieri, che in questo momento costituiscono la base più robusta per una valida ricognizione dei fenomeni. Il passaggio successivo, come evidenziato nei capitoli precedenti, è la costruzione di una piattaforma di gestione e monitoraggio di tutti i fattori che possono influenzare lo sviluppo della malattia in un dato individuo, tra cui non solo i fattori genetici e biologici, ma anche le influenze ambientali e quelle legate allo stile di vita, oltre che i singoli episodi assistenziali, proprio allo scopo di integrare informazioni complesse provenienti da molteplici fonti di dati e generare un output utilizzabile per sostenere la salute dei singoli cittadini. Solo così si può conseguire l’orientamento dei sistemi organizzativo-gestionali: l’attuale contingenza di scarsità di risorse, con la necessità improrogabile dell’allocazione prioritaria delle risorse in maniera quanto più ottimale ed efficiente possibile impone, proprio a partire da quest’ambito, un cambiamento dei sistemi sanitari, nel medio-lungo periodo, verso logiche di sostenibilità e di creazione di “valore” (rapporto costo/outcome) per il cittadino-paziente. E’, tuttavia, indubbio, come tale trasformazione sarà possibile agendo, oltre che sullo sviluppo organizzativo, sulla cultura e sullo sviluppo dei sistemi di gestione delle risorse, davvero integrati e orientati ai problemi di salute e non più alla sola e puntuale erogazione dei singoli servizi di cura.

De Belvis, A., Boccia, S., Ciarrapico, M., Guasticchi, G., Ricciardi, G., Ipotesi per una gestione sostenibile della complessità; analisi economica, <<Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza del paziente complesso>>, 2013; (23): 115-129 [http://hdl.handle.net/10807/51740]

Ipotesi per una gestione sostenibile della complessità; analisi economica

De Belvis, Antonio;Boccia, Stefania;Ricciardi, Gualtiero
2013

Abstract

Una gestione scientificamente accettabile, organizzativamente praticabile ed economicamente sostenibile del paziente complesso richiede un approccio alla sua gestione attraverso un nuovo modello di assistenza sanitaria, che faccia della medicina di sistema o “Systems Medicine” la sua base concettuale, che colloca realmente i singoli cittadini al centro del processo dell’assistenza sanitaria, conciliando le differenze individuali in tutte le fasi del processo, dalla prevenzione attraverso la diagnosi e il trattamento al follow-up. Il primo passo verso tale sistema è conoscitivo: stanti le attuali difficoltà dei sistemi informativi sanitari, si è posta la necessità di identificare la popolazione dei malati complessi, con le relative caratteristiche, anche allo scopo di delineare schemi e percorsi gestionali appropriati. A tal scopo il contributo analizza la coorte dei pazienti “complessi” della Regione Lazio, a partire da un’analisi dei ricoveri ospedalieri, che in questo momento costituiscono la base più robusta per una valida ricognizione dei fenomeni. Il passaggio successivo, come evidenziato nei capitoli precedenti, è la costruzione di una piattaforma di gestione e monitoraggio di tutti i fattori che possono influenzare lo sviluppo della malattia in un dato individuo, tra cui non solo i fattori genetici e biologici, ma anche le influenze ambientali e quelle legate allo stile di vita, oltre che i singoli episodi assistenziali, proprio allo scopo di integrare informazioni complesse provenienti da molteplici fonti di dati e generare un output utilizzabile per sostenere la salute dei singoli cittadini. Solo così si può conseguire l’orientamento dei sistemi organizzativo-gestionali: l’attuale contingenza di scarsità di risorse, con la necessità improrogabile dell’allocazione prioritaria delle risorse in maniera quanto più ottimale ed efficiente possibile impone, proprio a partire da quest’ambito, un cambiamento dei sistemi sanitari, nel medio-lungo periodo, verso logiche di sostenibilità e di creazione di “valore” (rapporto costo/outcome) per il cittadino-paziente. E’, tuttavia, indubbio, come tale trasformazione sarà possibile agendo, oltre che sullo sviluppo organizzativo, sulla cultura e sullo sviluppo dei sistemi di gestione delle risorse, davvero integrati e orientati ai problemi di salute e non più alla sola e puntuale erogazione dei singoli servizi di cura.
2013
Italiano
Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza del paziente complesso
De Belvis, A., Boccia, S., Ciarrapico, M., Guasticchi, G., Ricciardi, G., Ipotesi per una gestione sostenibile della complessità; analisi economica, <<Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza del paziente complesso>>, 2013; (23): 115-129 [http://hdl.handle.net/10807/51740]
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