“Salvo brevi episodi, tutto il nostro teatro è borghese, quasi come poteva esserlo il salotto di un sottoprefetto sotto Luigi Filippo”. Barthes scrive queste righe nel 1955 rintracciando in Bertolt Brecht l’autore capace di “attaccare, in un primo movimento di igiene pubblica, queste collusioni naturali tra la drammaturgia regnante e i miti dell’ordine”. Sessant’anni sono passati e molte cose sono cambiate, dentro e fuori il teatro. Oggi come allora si sente tuttavia l’esigenza di una scena in grado di riflettere maggiormente il presente, capace di intercettare e rilanciare le grandi domande del nostro tempo. La messinscena dell’opera brechtiana Santa Giovanna dei Macelli per la regia di L. Ronconi (2012) ha offerto l’occasione per mettere a fuoco alcuni di questi nodi problematici coinvolgendo studenti, docenti e professionisti (da studiosi di teatro a psicologi e economisti, da giuristi a teologi) in un progetto di ricerca dal titolo Teatro e lavoro organizzato dal Centro di Iniziativa e Cultura Teatrale Mario Apollonio dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione col Piccolo Teatro. Nello specifico il volume ripercorre il percorso svolto (che ha visto i ragazzi interrogarsi anche su altri due spettacoli gravitanti sul tema del lavoro e prodotti dallo Stabile milanese nel medesimo anno – ovvero Settimo. La fabbrica e il lavoro per la regia di S. Sinigaglia e Mani grandi, senza fine di e con L. Curino) e raccoglie interviste, saggi e altri contributi che analizzano da diversi punti di vista alcune delle questioni più attuali sollevate dal capolavoro brechtiano.

Aimo, L. (ed.), Il lavoro è di scena. “Santa Giovanna dei Macelli” di B. Brecht per la regia di L. Ronconi., EDUCatt, Milano 2013: 95 [http://hdl.handle.net/10807/42110]

Il lavoro è di scena. “Santa Giovanna dei Macelli” di B. Brecht per la regia di L. Ronconi.

Aimo, Laura
2013

Abstract

“Salvo brevi episodi, tutto il nostro teatro è borghese, quasi come poteva esserlo il salotto di un sottoprefetto sotto Luigi Filippo”. Barthes scrive queste righe nel 1955 rintracciando in Bertolt Brecht l’autore capace di “attaccare, in un primo movimento di igiene pubblica, queste collusioni naturali tra la drammaturgia regnante e i miti dell’ordine”. Sessant’anni sono passati e molte cose sono cambiate, dentro e fuori il teatro. Oggi come allora si sente tuttavia l’esigenza di una scena in grado di riflettere maggiormente il presente, capace di intercettare e rilanciare le grandi domande del nostro tempo. La messinscena dell’opera brechtiana Santa Giovanna dei Macelli per la regia di L. Ronconi (2012) ha offerto l’occasione per mettere a fuoco alcuni di questi nodi problematici coinvolgendo studenti, docenti e professionisti (da studiosi di teatro a psicologi e economisti, da giuristi a teologi) in un progetto di ricerca dal titolo Teatro e lavoro organizzato dal Centro di Iniziativa e Cultura Teatrale Mario Apollonio dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione col Piccolo Teatro. Nello specifico il volume ripercorre il percorso svolto (che ha visto i ragazzi interrogarsi anche su altri due spettacoli gravitanti sul tema del lavoro e prodotti dallo Stabile milanese nel medesimo anno – ovvero Settimo. La fabbrica e il lavoro per la regia di S. Sinigaglia e Mani grandi, senza fine di e con L. Curino) e raccoglie interviste, saggi e altri contributi che analizzano da diversi punti di vista alcune delle questioni più attuali sollevate dal capolavoro brechtiano.
2013
Italiano
SINIGAGLIA, SERENA; CURINO, LAURA PALMIRA; RONCONI, LUCA; ESCOBAR, SERGIO; FORTI, GABRIO; LIA, PIERLUIGI; ROVAGNATI, GABRIELLA; BUCHLI, ENRICHETTA; BODEGA, DOMENICO; CASTAGNA, DONATELLA; PONTE DI PINO, OLIVIERO GAETANO MARIA
9788883119873
Aimo, L. (ed.), Il lavoro è di scena. “Santa Giovanna dei Macelli” di B. Brecht per la regia di L. Ronconi., EDUCatt, Milano 2013: 95 [http://hdl.handle.net/10807/42110]
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