La produzione italiana di latte vaccino, rettificata per il contenuto in materia grassa, risulta inferiore al Quantitativo Nazionale di Riferimento, sia per le consegne per 41 mila t, pari allo 0,4%, sia per le vendite dirette, per poco meno di 35 mila t, pari all’8,6%. Le imprese che nell’ultima campagna hanno prodotto oltre la propria quota consegne sono 10.915, con una produzione complessiva pari a 6,0 milioni di t ed un esubero individuale complessivo pari a 421,2 mila t, mentre 23.165 aziende (oltre alle 2.120 con quota, ma senza produzione) sono senza esubero, con una produzione complessiva pari a 4,9 milioni di t. Anche per le vendite dirette, per il modo in cui sono gestite in ambito Agea e tenendo conto delle quantità prodotte, che nel 2011/12 ammontano a 371 mila tonnellate, e del Quantitativo Nazionale di Riferimento, pari a 359 mila tonnellate, e della mobilità temporanea netta da consegne a vendite dirette, pari a 84 mila tonnellate, come anticipato, non è stato necessario effettuare alcun prelievo. Molto probabilmente con la campagna 2012/13 l'Italia dovrà nuovamente fare i conti con una produzione di latte vaccino fuori quota, con la gestione della compensazione di fine campagna che per la prima volta sarà effettuata con le norme dettate dalla legge 33/2009 e con la pressione dell’Unione Europea, che configurerebbe come “aiuto di Stato” l’annosa mancata riscossione delle multe pregresse per la produzione fuori quota di una sparuta minoranza di produttori irriducibili. Una riprova di questo stato di cose la si ricava anche dall’aumento del costo per l’affitto in corso di campagna di quote latte e per la loro compravendita. Di certo, non è l’atterraggio morbido, auspicata dalla Commissione UE, per l’uscita, nel 2015, dal regime delle quote latte.

Benetto, E., La gestione delle quote latte, in Renato Pier, R. P. (ed.), Il mercato del latte; Rapporto 2012, Franco Angeli, Milano 2012: 173- 203 [http://hdl.handle.net/10807/42032]

La gestione delle quote latte

Benetto, Emanuele
2012

Abstract

La produzione italiana di latte vaccino, rettificata per il contenuto in materia grassa, risulta inferiore al Quantitativo Nazionale di Riferimento, sia per le consegne per 41 mila t, pari allo 0,4%, sia per le vendite dirette, per poco meno di 35 mila t, pari all’8,6%. Le imprese che nell’ultima campagna hanno prodotto oltre la propria quota consegne sono 10.915, con una produzione complessiva pari a 6,0 milioni di t ed un esubero individuale complessivo pari a 421,2 mila t, mentre 23.165 aziende (oltre alle 2.120 con quota, ma senza produzione) sono senza esubero, con una produzione complessiva pari a 4,9 milioni di t. Anche per le vendite dirette, per il modo in cui sono gestite in ambito Agea e tenendo conto delle quantità prodotte, che nel 2011/12 ammontano a 371 mila tonnellate, e del Quantitativo Nazionale di Riferimento, pari a 359 mila tonnellate, e della mobilità temporanea netta da consegne a vendite dirette, pari a 84 mila tonnellate, come anticipato, non è stato necessario effettuare alcun prelievo. Molto probabilmente con la campagna 2012/13 l'Italia dovrà nuovamente fare i conti con una produzione di latte vaccino fuori quota, con la gestione della compensazione di fine campagna che per la prima volta sarà effettuata con le norme dettate dalla legge 33/2009 e con la pressione dell’Unione Europea, che configurerebbe come “aiuto di Stato” l’annosa mancata riscossione delle multe pregresse per la produzione fuori quota di una sparuta minoranza di produttori irriducibili. Una riprova di questo stato di cose la si ricava anche dall’aumento del costo per l’affitto in corso di campagna di quote latte e per la loro compravendita. Di certo, non è l’atterraggio morbido, auspicata dalla Commissione UE, per l’uscita, nel 2015, dal regime delle quote latte.
2012
Italiano
Il mercato del latte; Rapporto 2012
978-88-204-2758-0
Benetto, E., La gestione delle quote latte, in Renato Pier, R. P. (ed.), Il mercato del latte; Rapporto 2012, Franco Angeli, Milano 2012: 173- 203 [http://hdl.handle.net/10807/42032]
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