Obiettivi L’inquinamento da farmaci è un problema ambientale sempre di maggior emergenza. In Europa, gli aspetti di tipo ambientale dei farmaci sono stati affrontati per la prima volta nel 1993, dalla Normativa 93/39/EEC. Tale Normativa introduceva la necessità di segnalare ogni possibile rischio ambientale potenzialmente correlato all’utilizzo dei prodotti medicinali. La letteratura scientifica indica che i farmaci possono essere considerati degli inquinanti ambientali ubiquitari, che contaminano l’ambiente attraverso una miriade di fonti d’inquinamento diffuse. Una volta somministrati, molti farmaci non sono metabolizzati e possono essere escreti come tali con le urine o le feci. I pazienti, nel caso dei farmaci per uso umano o gli animali, per i farmaci veterinari, sono quindi considerati la principale fonte d’inquinamento. L’EMEA ha recentemente proposto alcune linee-guida regolatorie, che sono attualmente in discussione, per valutare il rischio ambientale dei nuovi farmaci prima della registrazione. Metodi Incrociando i volumi di vendita dei farmaci con altri fattori propri delle molecole in questione, tramite la consolidata metodica dei «carichi ambientali teorici», vengono identificati i farmaci «prioritari», successivamente viene poi messo a punto il metodo analitico ottimale per la misurazione di ciascuno di essi, mediante tecniche altamente specifiche e sensibili, come l’HPLC-MS-MS, cercando conferma della loro presenza e misurando le concentrazioni nelle acque, prima nei depuratori urbani, e successivamente nelle acque superficiali riceventi di canali, torrenti, fiumi e laghi. Risultati Le evidenze delle ricerche condotte in paesi europei e quelle statunitensi confermano che l’inquinamento da farmaci è un inquinamento diffuso, di natura antropica, strettamente correlato alla presenza umana. Vi sono farmaci utilizzati in notevoli quantità che non si ritrovano nell’ambiente perché rapidamente degradati (per esempio l’Amoxicillina), ve ne sono altri, usati in minori quantitativi, che si ritrovano in concentrazioni elevate perché sono estremamente persistenti (per esempio, Carbamazepina, Acido clofibrico). Conclusioni Ai fini della tutela della Salute Pubblica si può concludere come vadano sempre più accertati possibili effetti avversi da esposizione cronica [date le concentrazioni rilevate], con fenomeni di allergie e sviluppo di antibiotico-resistenze. Andranno anche verificate le azioni di sinergismo già riportate in letteratura, sulla proliferazione cellulare, di miscele di farmaci usati alle concentrazioni effettivamente rilevate nelle acque di alcune zone d’Italia, su tessuti umani posti in coltura.

Bellante, L., Poscia, A., Moscato, U., Ricciardi, W., Recenti acquisizioni In tema d’inquinamento ambientale da farmaci, Comunicazione, in Atti del 45°Congresso Nazionale S.I.T.I, (Cagliari, 03-06 October 2012), SITI, Parma 2012: 359-360 [http://hdl.handle.net/10807/40317]

Recenti acquisizioni In tema d’inquinamento ambientale da farmaci

Poscia, Andrea;Moscato, Umberto;Ricciardi, Walter
2012

Abstract

Obiettivi L’inquinamento da farmaci è un problema ambientale sempre di maggior emergenza. In Europa, gli aspetti di tipo ambientale dei farmaci sono stati affrontati per la prima volta nel 1993, dalla Normativa 93/39/EEC. Tale Normativa introduceva la necessità di segnalare ogni possibile rischio ambientale potenzialmente correlato all’utilizzo dei prodotti medicinali. La letteratura scientifica indica che i farmaci possono essere considerati degli inquinanti ambientali ubiquitari, che contaminano l’ambiente attraverso una miriade di fonti d’inquinamento diffuse. Una volta somministrati, molti farmaci non sono metabolizzati e possono essere escreti come tali con le urine o le feci. I pazienti, nel caso dei farmaci per uso umano o gli animali, per i farmaci veterinari, sono quindi considerati la principale fonte d’inquinamento. L’EMEA ha recentemente proposto alcune linee-guida regolatorie, che sono attualmente in discussione, per valutare il rischio ambientale dei nuovi farmaci prima della registrazione. Metodi Incrociando i volumi di vendita dei farmaci con altri fattori propri delle molecole in questione, tramite la consolidata metodica dei «carichi ambientali teorici», vengono identificati i farmaci «prioritari», successivamente viene poi messo a punto il metodo analitico ottimale per la misurazione di ciascuno di essi, mediante tecniche altamente specifiche e sensibili, come l’HPLC-MS-MS, cercando conferma della loro presenza e misurando le concentrazioni nelle acque, prima nei depuratori urbani, e successivamente nelle acque superficiali riceventi di canali, torrenti, fiumi e laghi. Risultati Le evidenze delle ricerche condotte in paesi europei e quelle statunitensi confermano che l’inquinamento da farmaci è un inquinamento diffuso, di natura antropica, strettamente correlato alla presenza umana. Vi sono farmaci utilizzati in notevoli quantità che non si ritrovano nell’ambiente perché rapidamente degradati (per esempio l’Amoxicillina), ve ne sono altri, usati in minori quantitativi, che si ritrovano in concentrazioni elevate perché sono estremamente persistenti (per esempio, Carbamazepina, Acido clofibrico). Conclusioni Ai fini della tutela della Salute Pubblica si può concludere come vadano sempre più accertati possibili effetti avversi da esposizione cronica [date le concentrazioni rilevate], con fenomeni di allergie e sviluppo di antibiotico-resistenze. Andranno anche verificate le azioni di sinergismo già riportate in letteratura, sulla proliferazione cellulare, di miscele di farmaci usati alle concentrazioni effettivamente rilevate nelle acque di alcune zone d’Italia, su tessuti umani posti in coltura.
2012
Italiano
Atti del 45°Congresso Nazionale S.I.T.I
45°Congresso Nazionale S.I.T.I
Cagliari
Comunicazione
3-ott-2012
6-ott-2012
Bellante, L., Poscia, A., Moscato, U., Ricciardi, W., Recenti acquisizioni In tema d’inquinamento ambientale da farmaci, Comunicazione, in Atti del 45°Congresso Nazionale S.I.T.I, (Cagliari, 03-06 October 2012), SITI, Parma 2012: 359-360 [http://hdl.handle.net/10807/40317]
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