Il "Cratilo" è un grande capolavoro del genio filosofico e letterario di Platone: in esso il problema della correttezza per natura o per convenzione dei nomi viene strettamente connesso con la questione del movimento e con diverse serie di etimologie. Se molti studi avevano già analizzato varie sezioni e temi del dialogo, restava ancora da chiarire il problema sia del significato globale e particolare delle etimologie, sia del nesso fra queste e l’intera struttura del "Cratilo". La mia scoperta principale riguarda un’importante chiave di lettura delle etimologie e, di conseguenza, della complessa architettura del testo. Platone ha scelto di esprimere anche nel "Cratilo" il proprio pensiero solo per cenni, in una specie di scrittura “cifrata”, realizzando un originalissimo “gioco”, che viene qui per la prima volta ricostruito e decifrato: quello della “mechané”, della “macchina teatrale”. In analogia con l’apparizione delle divinità nel "deus ex machina" della tragedia, il filosofo nelle etimologie, si limita ad accennare mediante un’efficace “strategia comunicativa” a contenuti dottrinali, che non precisa ulteriormente, a motivo della sua concezione della scrittura filosofica. Con la "mechane" il filosofo può procedere “più velocemente”, ma “senza esattezza” nell’esposizione per iscritto del proprio pensiero, ossia fuor di metafora, può “duplicare” i nomi, mediante mutamenti fonetici, associazioni di parole “antiche” o “barbare”, richiami alla poesia, in modo da introdurre per cenni temi nuovi e importanti. Il volume realizza un Commentario storico-filosofico del "Cratilo", nella prospettiva del problema delle etimologie e della dialettica di Quiete e Movimento, mediante sedici Capitoli che, dopo l’analisi semantica del termine “mechané”, ripercorrono in modo critico, sistematico e puntuale le varie parti del dialogo, con richiami continui alla letteratura scientifica relativa. Nel commentario si documenta mediante un’analisi lessicale di moltissimi termini presenti nel "Cratilo" e negli scritti platonici, realizzata con l’ausilio di Lessici platonici, che l’elemento centrale del dialogo, dedicato a un discepolo estremista di Eraclito, è la trattazione del rapporto fra il Movimento e la Quiete, che si implicano reciprocamente. Le etimologie permettono, trasformando i nomi, di alludere alla dialettica di Movimento e Quiete nei vari gradi e ambiti, cosmologici, antropologici e ontologici. Ho quindi presentato nelle diverse parti del dialogo lo svilupparsi del procedimento dialettico del filosofo, sia nella discussione con Ermogene – implicante la tesi naturalistica, in cui appaiono le più importanti serie etimologiche – sia nella discussione con "Cratilo", in cui emerge l’ipotesi convenzionalistica. La soluzione dell’“enigma” del "Cratilo", qui interpretato e commentato a fondo, consente al lettore di seguire Platone comprendendone il “gioco”, senza provare le “vertigini” di chi si lascia travolgere dal complesso “vortice” dei nomi, perdendosi nel “labirinto di parole" genialmente costruito dal filosofo.

Gatti, M., Etimologia e filosofia. Strategie comunicative del filosofo nel "Cratilo" di Platone, Vita e Pensiero, Milano 2006:<<Temi metafisici e problemi del pensiero antico. Studi e testi>>, 671 [http://hdl.handle.net/10807/34309]

Etimologia e filosofia. Strategie comunicative del filosofo nel "Cratilo" di Platone

Gatti, Marialuisa
2006

Abstract

Il "Cratilo" è un grande capolavoro del genio filosofico e letterario di Platone: in esso il problema della correttezza per natura o per convenzione dei nomi viene strettamente connesso con la questione del movimento e con diverse serie di etimologie. Se molti studi avevano già analizzato varie sezioni e temi del dialogo, restava ancora da chiarire il problema sia del significato globale e particolare delle etimologie, sia del nesso fra queste e l’intera struttura del "Cratilo". La mia scoperta principale riguarda un’importante chiave di lettura delle etimologie e, di conseguenza, della complessa architettura del testo. Platone ha scelto di esprimere anche nel "Cratilo" il proprio pensiero solo per cenni, in una specie di scrittura “cifrata”, realizzando un originalissimo “gioco”, che viene qui per la prima volta ricostruito e decifrato: quello della “mechané”, della “macchina teatrale”. In analogia con l’apparizione delle divinità nel "deus ex machina" della tragedia, il filosofo nelle etimologie, si limita ad accennare mediante un’efficace “strategia comunicativa” a contenuti dottrinali, che non precisa ulteriormente, a motivo della sua concezione della scrittura filosofica. Con la "mechane" il filosofo può procedere “più velocemente”, ma “senza esattezza” nell’esposizione per iscritto del proprio pensiero, ossia fuor di metafora, può “duplicare” i nomi, mediante mutamenti fonetici, associazioni di parole “antiche” o “barbare”, richiami alla poesia, in modo da introdurre per cenni temi nuovi e importanti. Il volume realizza un Commentario storico-filosofico del "Cratilo", nella prospettiva del problema delle etimologie e della dialettica di Quiete e Movimento, mediante sedici Capitoli che, dopo l’analisi semantica del termine “mechané”, ripercorrono in modo critico, sistematico e puntuale le varie parti del dialogo, con richiami continui alla letteratura scientifica relativa. Nel commentario si documenta mediante un’analisi lessicale di moltissimi termini presenti nel "Cratilo" e negli scritti platonici, realizzata con l’ausilio di Lessici platonici, che l’elemento centrale del dialogo, dedicato a un discepolo estremista di Eraclito, è la trattazione del rapporto fra il Movimento e la Quiete, che si implicano reciprocamente. Le etimologie permettono, trasformando i nomi, di alludere alla dialettica di Movimento e Quiete nei vari gradi e ambiti, cosmologici, antropologici e ontologici. Ho quindi presentato nelle diverse parti del dialogo lo svilupparsi del procedimento dialettico del filosofo, sia nella discussione con Ermogene – implicante la tesi naturalistica, in cui appaiono le più importanti serie etimologiche – sia nella discussione con "Cratilo", in cui emerge l’ipotesi convenzionalistica. La soluzione dell’“enigma” del "Cratilo", qui interpretato e commentato a fondo, consente al lettore di seguire Platone comprendendone il “gioco”, senza provare le “vertigini” di chi si lascia travolgere dal complesso “vortice” dei nomi, perdendosi nel “labirinto di parole" genialmente costruito dal filosofo.
2006
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Gatti, M., Etimologia e filosofia. Strategie comunicative del filosofo nel "Cratilo" di Platone, Vita e Pensiero, Milano 2006:<<Temi metafisici e problemi del pensiero antico. Studi e testi>>, 671 [http://hdl.handle.net/10807/34309]
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