Il concetto di cultura può essere utilizzato con due significati principali sostanzialmente diversi. In primis possiamo intenderla come formazione individuale assumendo, per la persona, una valenza quantitativa. Di contro nella concezione moderna o “antropologica” la cultura è vista come un insieme di ideali, costumi, abitudini e credenze delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia l’individuo sia la collettività. Nel tentativo di integrare queste due accezioni oggi viene ritenuta cultura tutto ciò che potenzia, arricchisce e valorizza l’uomo in sé e nel contesto sociale. Con questa interpretazione lo sport e l’attività motoria sono elementi fondamentali del nostro sistema di cultura. Come si collocano le conoscenze relative al movimento umano e le forme di attività motoria all’interno del nostro sistema di cultura ? E’ ormai da tutti riconosciuto che la pratica motoria costituisce uno degli strumenti più efficaci per la formazione della personalità, la conoscenza e la consapevolezza della propria identità corporea. Oltre agli innumerevoli studi in campo scientifico che evidenziano i benefici condizionali e coordinativi per i soggetti in età evolutiva, ve ne sono altrettanti che dimostrano come l’attività motoria risulti determinante per la formazione del carattere, la cura della propria persona e del proprio benessere, lo sviluppo e il mantenimento di un corretto equilibrio psico-fisico, con il conseguente miglioramento della qualità della vita e di una positiva attitudine all’inclusione sociale. Numerose istituzioni come la Commissione dell’Unione Europea ,Il Parlamento Europeo , il governo italiano , si trovano concordi nel sottolineare la necessità di una politica che valorizzi le attività motorie e sportive. Queste vanno considerate un contesto privilegiato di formazione globale della personalità umana. La componente motoria è infatti parte di una unità – la persona - che comprende anche le componenti intellettiva, emotivo - affettiva e socio – relazionale. Pertanto tutte le agenzie educative (famiglia, scuola, società sportiva, università) che conoscono e condividono il valore pedagogico delle attività motorie, possono utilizzare le forme di movimento (attività motoria spontanea, attività ludica, attività sportiva, ginnastica, esercizi, giochi etc) per conseguire non solo fini legati alla crescita motoria ma anche correlati allo sviluppo di competenze di altri ambiti della personalità. In tale contesto ci poniamo il problema di come orientare la ricerca educativa ? La prima considerazione è indubbiamente quella che a fronte di finalità differenziate il target ossia la persona, seppur nella sua complessità, è una e unica. La ricerca non deve mai perdere di vista il contesto unitario dell’essere uomo. Le considerazioni alla base delle scelte metodologiche e di didattica del movimento sono state influenzate, nel corso degli ultimi trenta anni, dalle conoscenze e dagli studi provenienti dai vari settori scientifici che si occupano di movimento ( fisiologia, neuro-anatomia, psico-pedagogia, sociologia etc.) Oggi non possiamo attestare l’esistenza di una didattica del movimento che si possa definire efficace per l’uomo di tutte le età. Al contrario, esistono differenti metodologie ed approcci didattici riconducibili nella sostanza a due ambiti di scelta che possono privilegiare metodi deduttivi o, al contrario induttivi. La ricerca educativa può muoversi all’interno di questi due grandi contesti o, al contrario può attestarne e validarne altri , pur sempre nel rispetto dell’unitarietà della persona. La scuola è il contesto nel quale dovrebbe avvenire la trasmissione della cultura. Dobbiamo però ammettere che si trova, per varie ragioni, ancora lontana dal poter trasmettere in modo efficace la cultura dello sport e della corporeità in genere. Anche in ambito extrascolastico (seppur con minore pervasività !) può avvenire una trasmissione di cultura del movimento e dello sport. Nelle federazioni sportive, negli enti e nelle società sportive tale promozione parte dai più piccoli - con corsi sportivi dedicati - ma può avere successo e continuità nel tempo solo se il contesto sportivo-educativo ricrea condizioni di motivazione individuale, accettabilità sociale, accettazione e superamento dell’errore, spirito di gruppo, desiderio di appartenenza, occasione di auto-realizzazione e di acquisizione di stima personale. L’uomo di oggi ha la necessità di recuperare il senso e i valori della corporeità e di tutte le sue espressioni (propriamente sportive e non) che valorizzano, integrano e completano l’impianto culturale di ogni individuo e della società nella quale vive. Bibliografia • F.CASOLO , Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano, Ed. Vita e Pensiero Milano 2002. • H.GARDNER, Formae mentis. Saggio sulla pluralità delle intelligenze, Ed. Feltrinelli , Milano 1987. • L.CALCERANO/ F.CASOLO , Educazione motoria e sportiva , Ed. La Scuola , Brescia 2003. • D. GOLEMAN, Intelligenza emotiva, Ed Rizzoli, Milano 1997. • F.CASOLO/ S.MELICA , Il corpo che parla , Ed. Vita e Pensiero Milano 2005

Casolo, F., Cultura e didattica del movimento : complessità e finalità, Abstract de <<WORKSHOP : IL CORPO E IL MOVIMENTO NELLA RICERCA DIDATTICA>>, (Salerno, 28-29 May 2010 ), Pensa MultiMedia, Lecce 2010: 25-27 [http://hdl.handle.net/10807/30703]

Cultura e didattica del movimento : complessità e finalità

Casolo, Francesco
2010

Abstract

Il concetto di cultura può essere utilizzato con due significati principali sostanzialmente diversi. In primis possiamo intenderla come formazione individuale assumendo, per la persona, una valenza quantitativa. Di contro nella concezione moderna o “antropologica” la cultura è vista come un insieme di ideali, costumi, abitudini e credenze delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia l’individuo sia la collettività. Nel tentativo di integrare queste due accezioni oggi viene ritenuta cultura tutto ciò che potenzia, arricchisce e valorizza l’uomo in sé e nel contesto sociale. Con questa interpretazione lo sport e l’attività motoria sono elementi fondamentali del nostro sistema di cultura. Come si collocano le conoscenze relative al movimento umano e le forme di attività motoria all’interno del nostro sistema di cultura ? E’ ormai da tutti riconosciuto che la pratica motoria costituisce uno degli strumenti più efficaci per la formazione della personalità, la conoscenza e la consapevolezza della propria identità corporea. Oltre agli innumerevoli studi in campo scientifico che evidenziano i benefici condizionali e coordinativi per i soggetti in età evolutiva, ve ne sono altrettanti che dimostrano come l’attività motoria risulti determinante per la formazione del carattere, la cura della propria persona e del proprio benessere, lo sviluppo e il mantenimento di un corretto equilibrio psico-fisico, con il conseguente miglioramento della qualità della vita e di una positiva attitudine all’inclusione sociale. Numerose istituzioni come la Commissione dell’Unione Europea ,Il Parlamento Europeo , il governo italiano , si trovano concordi nel sottolineare la necessità di una politica che valorizzi le attività motorie e sportive. Queste vanno considerate un contesto privilegiato di formazione globale della personalità umana. La componente motoria è infatti parte di una unità – la persona - che comprende anche le componenti intellettiva, emotivo - affettiva e socio – relazionale. Pertanto tutte le agenzie educative (famiglia, scuola, società sportiva, università) che conoscono e condividono il valore pedagogico delle attività motorie, possono utilizzare le forme di movimento (attività motoria spontanea, attività ludica, attività sportiva, ginnastica, esercizi, giochi etc) per conseguire non solo fini legati alla crescita motoria ma anche correlati allo sviluppo di competenze di altri ambiti della personalità. In tale contesto ci poniamo il problema di come orientare la ricerca educativa ? La prima considerazione è indubbiamente quella che a fronte di finalità differenziate il target ossia la persona, seppur nella sua complessità, è una e unica. La ricerca non deve mai perdere di vista il contesto unitario dell’essere uomo. Le considerazioni alla base delle scelte metodologiche e di didattica del movimento sono state influenzate, nel corso degli ultimi trenta anni, dalle conoscenze e dagli studi provenienti dai vari settori scientifici che si occupano di movimento ( fisiologia, neuro-anatomia, psico-pedagogia, sociologia etc.) Oggi non possiamo attestare l’esistenza di una didattica del movimento che si possa definire efficace per l’uomo di tutte le età. Al contrario, esistono differenti metodologie ed approcci didattici riconducibili nella sostanza a due ambiti di scelta che possono privilegiare metodi deduttivi o, al contrario induttivi. La ricerca educativa può muoversi all’interno di questi due grandi contesti o, al contrario può attestarne e validarne altri , pur sempre nel rispetto dell’unitarietà della persona. La scuola è il contesto nel quale dovrebbe avvenire la trasmissione della cultura. Dobbiamo però ammettere che si trova, per varie ragioni, ancora lontana dal poter trasmettere in modo efficace la cultura dello sport e della corporeità in genere. Anche in ambito extrascolastico (seppur con minore pervasività !) può avvenire una trasmissione di cultura del movimento e dello sport. Nelle federazioni sportive, negli enti e nelle società sportive tale promozione parte dai più piccoli - con corsi sportivi dedicati - ma può avere successo e continuità nel tempo solo se il contesto sportivo-educativo ricrea condizioni di motivazione individuale, accettabilità sociale, accettazione e superamento dell’errore, spirito di gruppo, desiderio di appartenenza, occasione di auto-realizzazione e di acquisizione di stima personale. L’uomo di oggi ha la necessità di recuperare il senso e i valori della corporeità e di tutte le sue espressioni (propriamente sportive e non) che valorizzano, integrano e completano l’impianto culturale di ogni individuo e della società nella quale vive. Bibliografia • F.CASOLO , Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano, Ed. Vita e Pensiero Milano 2002. • H.GARDNER, Formae mentis. Saggio sulla pluralità delle intelligenze, Ed. Feltrinelli , Milano 1987. • L.CALCERANO/ F.CASOLO , Educazione motoria e sportiva , Ed. La Scuola , Brescia 2003. • D. GOLEMAN, Intelligenza emotiva, Ed Rizzoli, Milano 1997. • F.CASOLO/ S.MELICA , Il corpo che parla , Ed. Vita e Pensiero Milano 2005
2010
Italiano
IL CORPO E IL MOVIMENTO NELLA RICERCA DIDATTICA :BOOK OF ABSTRACT
WORKSHOP : IL CORPO E IL MOVIMENTO NELLA RICERCA DIDATTICA
Salerno
28-mag-2010
29-mag-2010
978-88-6152-101-8
Pensa MultiMedia
Casolo, F., Cultura e didattica del movimento : complessità e finalità, Abstract de <<WORKSHOP : IL CORPO E IL MOVIMENTO NELLA RICERCA DIDATTICA>>, (Salerno, 28-29 May 2010 ), Pensa MultiMedia, Lecce 2010: 25-27 [http://hdl.handle.net/10807/30703]
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