Gli inibitori di nitrificazione possono ridurre le perdite di azoto per lisciviazione e l’effetto dovrebbe manifestarsi maggiormente nei terreni a tessitura sabbiosa sottoposti a drastici regimi irrigui dove la percolazione dell’acqua è elevata. Questo studio biennale condotto in lisimetri ha valutato l’efficacia del 3,4-dimetilpirazolo fosfato (DMPP) quale inibitore di nitrificazione e la sua influenza sulle perdite per lisciviazione da un terreno franco sabbioso coltivato a riso, mantenuto continuativamente sommerso o al 20% dell’umidità di campo (trattamento non sommerso) mediante irrigazione per scorrimento. L’urea è stata applicata alle dosi di 150 e 200 kg N ha-1, rispettivamente in due successive stagioni di crescita, con e senza DMPP aggiunto al concime alla dose dell’1% rispetto all’ N ureico. L’N fertilizzante è stato somministrato in tre dosi uguali in entrambi gli anni in corrispondenza dell’impianto e degli stadi fenologici di accestimento e di abbozzo paniculare, corrispondenti ai periodi di massimo fabbisogno azotato della coltura. L’applicazione di urea stabilizzata con DMPP ha prodotto nel suolo non sommerso livelli significativamente più elevati di N-NH4 rispetto al trattamento con solo urea per oltre 150 giorni, corrispondenti all’intero ciclo di sviluppo colturale. Viceversa, in sommersione le concentrazioni di N-NH4 si sono differenziate in modo discontinuo tra i due trattamenti fertilizzanti fluttuando all’interno di un range comparabile a quello del terreno non sommerso che ha ricevuto solo urea. La nitrificazione è stata molto più rapida nel suolo fertilizzato con urea rispetto all’aggiunta di DMPP + urea, mantenendo livelli significativamente maggiori di N-NO3 nel tempo, ad accezione del suolo sommerso, ove l’inibitore di nitrificazione è risultato efficace soltanto con l’applicazione della frazione azotata all’impianto. In sommersione i livelli di N-NO3 sono stati significativamente inferiori rispetto al suolo non sommerso e, relativamente alla dose di 150 kg N ha-1, non differenziati dal controllo non concimato. Le concentrazioni di N-NO3 nelle acque di lisciviazione hanno mostrato, ad entrambe le dosi di 150 e 200 kg N ha-1, un marcato trend in diminuzione dopo il picco di massima concentrazione a circa 40-50 giorni dall’applicazione della prima frazione di N fertilizzante, indipendentemente dal regime irriguo imposto al terreno. Le perdite di N-NO3 per lisciviazione sono state relativamente più elevate dal suolo non sommerso con concentrazioni significativamente inferiori con l’impiego di DMPP + urea rispetto al trattamento con solo urea. Alla dose di 150 kg N ha-1 non sono state riscontrate differenze significative tra i livelli di nitrati nelle acque del controllo non concimato e il trattamento con inibitore di nitrificazione già dall’applicazione della seconda frazione di N fertilizzante. Gli inibitori di nitrificazione possono ridurre le perdite potenziali di N-NO3 da fonti di inquinamento non puntiformi insieme ad un appropriato uso dei sistemi di irrigazione e di applicazione della dose di fertilizzante azotato. Da questo punto di vista il biennio di prove con l’impiego di 3,4-dimetilpirazolo fosfato formulato con urea ha dimostrato sia l’efficacia del prodotto quale inibitore di nitrificazione che la capacità di ridurre le perdite di N-NO3 per lisciviazione, specialmente dal suolo mantenuto non sommerso durante la coltivazione del riso. Nonostante la risaia in sommersione comporti un minor impatto sulle acque del sottosuolo rispetto alla coltivazione non sommersa presenta tuttavia un maggior rischio potenziale per l’emissione di composti azotati e di metano nell’atmosfera: si rende necessario migliorare la tecnica di irrigazione riducendo nel contempo l’impatto ambientale
Gatti, M., Taina, B., Silva, S., Impiego di urea stabilizzata con 3,4-dimetilpirazolo fosfato in un terreno di risaia: I. Influenza sulla produzione e sulle perdite per lisciviazione di N nitrico, <<BOLLETTINO DELLA SOCIETA' ITALIANA DELLA SCIENZA DEL SUOLO>>, 2000; 49 (4): 821-828 [http://hdl.handle.net/10807/25789]
Impiego di urea stabilizzata con 3,4-dimetilpirazolo fosfato in un terreno di risaia: I. Influenza sulla produzione e sulle perdite per lisciviazione di N nitrico
Gatti, Marina;
2000
Abstract
Gli inibitori di nitrificazione possono ridurre le perdite di azoto per lisciviazione e l’effetto dovrebbe manifestarsi maggiormente nei terreni a tessitura sabbiosa sottoposti a drastici regimi irrigui dove la percolazione dell’acqua è elevata. Questo studio biennale condotto in lisimetri ha valutato l’efficacia del 3,4-dimetilpirazolo fosfato (DMPP) quale inibitore di nitrificazione e la sua influenza sulle perdite per lisciviazione da un terreno franco sabbioso coltivato a riso, mantenuto continuativamente sommerso o al 20% dell’umidità di campo (trattamento non sommerso) mediante irrigazione per scorrimento. L’urea è stata applicata alle dosi di 150 e 200 kg N ha-1, rispettivamente in due successive stagioni di crescita, con e senza DMPP aggiunto al concime alla dose dell’1% rispetto all’ N ureico. L’N fertilizzante è stato somministrato in tre dosi uguali in entrambi gli anni in corrispondenza dell’impianto e degli stadi fenologici di accestimento e di abbozzo paniculare, corrispondenti ai periodi di massimo fabbisogno azotato della coltura. L’applicazione di urea stabilizzata con DMPP ha prodotto nel suolo non sommerso livelli significativamente più elevati di N-NH4 rispetto al trattamento con solo urea per oltre 150 giorni, corrispondenti all’intero ciclo di sviluppo colturale. Viceversa, in sommersione le concentrazioni di N-NH4 si sono differenziate in modo discontinuo tra i due trattamenti fertilizzanti fluttuando all’interno di un range comparabile a quello del terreno non sommerso che ha ricevuto solo urea. La nitrificazione è stata molto più rapida nel suolo fertilizzato con urea rispetto all’aggiunta di DMPP + urea, mantenendo livelli significativamente maggiori di N-NO3 nel tempo, ad accezione del suolo sommerso, ove l’inibitore di nitrificazione è risultato efficace soltanto con l’applicazione della frazione azotata all’impianto. In sommersione i livelli di N-NO3 sono stati significativamente inferiori rispetto al suolo non sommerso e, relativamente alla dose di 150 kg N ha-1, non differenziati dal controllo non concimato. Le concentrazioni di N-NO3 nelle acque di lisciviazione hanno mostrato, ad entrambe le dosi di 150 e 200 kg N ha-1, un marcato trend in diminuzione dopo il picco di massima concentrazione a circa 40-50 giorni dall’applicazione della prima frazione di N fertilizzante, indipendentemente dal regime irriguo imposto al terreno. Le perdite di N-NO3 per lisciviazione sono state relativamente più elevate dal suolo non sommerso con concentrazioni significativamente inferiori con l’impiego di DMPP + urea rispetto al trattamento con solo urea. Alla dose di 150 kg N ha-1 non sono state riscontrate differenze significative tra i livelli di nitrati nelle acque del controllo non concimato e il trattamento con inibitore di nitrificazione già dall’applicazione della seconda frazione di N fertilizzante. Gli inibitori di nitrificazione possono ridurre le perdite potenziali di N-NO3 da fonti di inquinamento non puntiformi insieme ad un appropriato uso dei sistemi di irrigazione e di applicazione della dose di fertilizzante azotato. Da questo punto di vista il biennio di prove con l’impiego di 3,4-dimetilpirazolo fosfato formulato con urea ha dimostrato sia l’efficacia del prodotto quale inibitore di nitrificazione che la capacità di ridurre le perdite di N-NO3 per lisciviazione, specialmente dal suolo mantenuto non sommerso durante la coltivazione del riso. Nonostante la risaia in sommersione comporti un minor impatto sulle acque del sottosuolo rispetto alla coltivazione non sommersa presenta tuttavia un maggior rischio potenziale per l’emissione di composti azotati e di metano nell’atmosfera: si rende necessario migliorare la tecnica di irrigazione riducendo nel contempo l’impatto ambientaleI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.