La rilettura del mito di Antigone come filtro interpretativo della contemporaneità trova una delle sue massime espressioni nel Novecento in corrispondenza con le tragiche esperienze dei regimi dittatoriali che con le loro sanguinose repressioni e violazioni dei diritti umani caratterizzarono la storia europea soprattutto fra i due conflitti bellici. Nell’ambito della ricchissima e quanto mai variegata galassia delle riscritture politiche del mito, la Antígona di António Sérgio rappresenta uno dei primi e più interessanti esempi, unico nel suo genere per molti aspetti, non ultimo l’afflato pedagogico che vede nell’eroina un modello a cui ispirarsi per la nascente democrazia. Su alcune di queste Antigoni politiche si sofferma il mio intervento, che prendendo le mosse dal dramma di Walter Hasenclever (1917), ambientato in una Tebe spettrale fuori dalla storia e proprio per questo efficace specchio interpretativo della Germania contemporanea, seleziona alcune delle rivisitazioni meno celebri e tuttavia particolarmente esemplificative dei diversi approcci al mito. Tra queste, oltre alle più note Antigoni di Salvador Espriu, Jean Anouilh e Bertolt Brecht, anche la breve prosa Die Berliner Antigone di Rolf Hochhuth (1963), liberamente tratta dalla vicenda di Rose Schlösinger, un’esponente del gruppo di resistenza denominato spregiativamente dai Nazisti «l'orchestra rossa», fatta ghigliottinare da Hitler nel 1943; il dramma Die cyprische Antigone di Felix Lützkendorf (1957), che ambienta la vicenda nella contemporaneità, facendo di Antigone una rivoluzionaria cipriota in lotta con il governo coloniale inglese oppressivo e tirannico; il poema Des Mille Antigones di Charlotte Delbo (1979), ispirato alla storia del villaggio di Kalavrita, nel Peloponneso, i cui 1300 uomini, fucilati per rappresaglia dai Tedeschi in ritirata il 13 dicembre 1943, furono raccolti e sepolti dalle loro donne in un mausoleo immenso, nel quale si materializza – come sema visibile - la grandezza sovrumana di Antigone, l’eroina dai mille volti.
Pattoni, M. P., Su alcune riscritture in chiave politica del mito di Antigone nel Novecento, in A.M. Ferreira, C. M. J. P. M. B. &. R. L. C. (. (ed.), António Sérgio: Literatura e crítica literária, UA Editora – Universidade de Aveiro, Aveiro, Portugal 2022: 73- 98 [http://hdl.handle.net/10807/203299]
Su alcune riscritture in chiave politica del mito di Antigone nel Novecento
Pattoni, Maria Pia
2022
Abstract
La rilettura del mito di Antigone come filtro interpretativo della contemporaneità trova una delle sue massime espressioni nel Novecento in corrispondenza con le tragiche esperienze dei regimi dittatoriali che con le loro sanguinose repressioni e violazioni dei diritti umani caratterizzarono la storia europea soprattutto fra i due conflitti bellici. Nell’ambito della ricchissima e quanto mai variegata galassia delle riscritture politiche del mito, la Antígona di António Sérgio rappresenta uno dei primi e più interessanti esempi, unico nel suo genere per molti aspetti, non ultimo l’afflato pedagogico che vede nell’eroina un modello a cui ispirarsi per la nascente democrazia. Su alcune di queste Antigoni politiche si sofferma il mio intervento, che prendendo le mosse dal dramma di Walter Hasenclever (1917), ambientato in una Tebe spettrale fuori dalla storia e proprio per questo efficace specchio interpretativo della Germania contemporanea, seleziona alcune delle rivisitazioni meno celebri e tuttavia particolarmente esemplificative dei diversi approcci al mito. Tra queste, oltre alle più note Antigoni di Salvador Espriu, Jean Anouilh e Bertolt Brecht, anche la breve prosa Die Berliner Antigone di Rolf Hochhuth (1963), liberamente tratta dalla vicenda di Rose Schlösinger, un’esponente del gruppo di resistenza denominato spregiativamente dai Nazisti «l'orchestra rossa», fatta ghigliottinare da Hitler nel 1943; il dramma Die cyprische Antigone di Felix Lützkendorf (1957), che ambienta la vicenda nella contemporaneità, facendo di Antigone una rivoluzionaria cipriota in lotta con il governo coloniale inglese oppressivo e tirannico; il poema Des Mille Antigones di Charlotte Delbo (1979), ispirato alla storia del villaggio di Kalavrita, nel Peloponneso, i cui 1300 uomini, fucilati per rappresaglia dai Tedeschi in ritirata il 13 dicembre 1943, furono raccolti e sepolti dalle loro donne in un mausoleo immenso, nel quale si materializza – come sema visibile - la grandezza sovrumana di Antigone, l’eroina dai mille volti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.