L’idea di “crisi” della democrazia rappresenta, anche in sofisticate analisi politologiche o di scienza politica, un topos sin troppo retoricamente frequentato. Insieme a preziose indagini analitiche, ciò ha contribuito ad offuscare un versante fondamentale del modello democratico e scarsamente indagato: la sua struttura epistemicamente “esigente”. Un versante solo sottesamente presente in due profili o coordinate “classiche”: a) l'idea di soggetto: una figura concettuale/antropologica intesa come soggettività dotata di capacità cognitiva (in chiave di credenza-partecipazione alle procedure); b) il modello di struttura normativa (repertorio di regole intese come procedure di oggettivazione del consenso). I contesti contemporanei postulano un orizzonte ulteriore alle nozioni di “consenso” e “partecipazione” peculiari al lessico moderno. Un orizzonte di natura cognitiva che rinvia a un’area complessa e parzialmente implicita, definibile di common sense, inteso come insieme di credenze (non coincidenti con la verità) che supportano, in quanto loro condizione, le procedure (anche in una direzione propriamente giuridica tesa a concepire la norma in quanto “norma partecipata”). Si tratta di una linea concettuale variamente presente nel pre-moderno (Aristotele), nel tardo-moderno (Weber) e post-moderno (Nussbaum): tutte prospettive tese a rimarcare il livello implicito del vivere associato (esemplare il case study europeo). Di qui la complessità di quanto sbrigativamente viene definito o frainteso come “populismo”. A ben vedere ad esso è sottesa una dimensione pre-politica che il ricorso a strumenti come il “sondaggio” non coglie (se non in forma superficiale), aprendo da tempo alla discussione intorno alla polarità/binomio democrazia deliberativa-democrazia partecipativa (frequentemente in coincidenza con un atteggiamento fideistico verso le nozioni di "consenso" e "partecipazione"). Di qui l'interrogativo finale: di là da utopie tecnologiche (democrazia diretta), siamo all’“altezza” della democrazia? La democrazia è ancora fit per le società complesse?

Bombelli, G., Sulla democrazia come modello "esigente". Soggetto, procedure e senso comune, in Danani, C. (ed.), Democrazia e verità. Tra degenerazione e rigenerazione, MORCELLIANA, Brescia 2020: 141- 151 [http://hdl.handle.net/10807/181543]

Sulla democrazia come modello "esigente". Soggetto, procedure e senso comune

Bombelli, Giovanni
2020

Abstract

L’idea di “crisi” della democrazia rappresenta, anche in sofisticate analisi politologiche o di scienza politica, un topos sin troppo retoricamente frequentato. Insieme a preziose indagini analitiche, ciò ha contribuito ad offuscare un versante fondamentale del modello democratico e scarsamente indagato: la sua struttura epistemicamente “esigente”. Un versante solo sottesamente presente in due profili o coordinate “classiche”: a) l'idea di soggetto: una figura concettuale/antropologica intesa come soggettività dotata di capacità cognitiva (in chiave di credenza-partecipazione alle procedure); b) il modello di struttura normativa (repertorio di regole intese come procedure di oggettivazione del consenso). I contesti contemporanei postulano un orizzonte ulteriore alle nozioni di “consenso” e “partecipazione” peculiari al lessico moderno. Un orizzonte di natura cognitiva che rinvia a un’area complessa e parzialmente implicita, definibile di common sense, inteso come insieme di credenze (non coincidenti con la verità) che supportano, in quanto loro condizione, le procedure (anche in una direzione propriamente giuridica tesa a concepire la norma in quanto “norma partecipata”). Si tratta di una linea concettuale variamente presente nel pre-moderno (Aristotele), nel tardo-moderno (Weber) e post-moderno (Nussbaum): tutte prospettive tese a rimarcare il livello implicito del vivere associato (esemplare il case study europeo). Di qui la complessità di quanto sbrigativamente viene definito o frainteso come “populismo”. A ben vedere ad esso è sottesa una dimensione pre-politica che il ricorso a strumenti come il “sondaggio” non coglie (se non in forma superficiale), aprendo da tempo alla discussione intorno alla polarità/binomio democrazia deliberativa-democrazia partecipativa (frequentemente in coincidenza con un atteggiamento fideistico verso le nozioni di "consenso" e "partecipazione"). Di qui l'interrogativo finale: di là da utopie tecnologiche (democrazia diretta), siamo all’“altezza” della democrazia? La democrazia è ancora fit per le società complesse?
2020
Italiano
Democrazia e verità. Tra degenerazione e rigenerazione
978-88-372-3446-1
MORCELLIANA
Bombelli, G., Sulla democrazia come modello "esigente". Soggetto, procedure e senso comune, in Danani, C. (ed.), Democrazia e verità. Tra degenerazione e rigenerazione, MORCELLIANA, Brescia 2020: 141- 151 [http://hdl.handle.net/10807/181543]
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