La difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro è uno degli aspetti ritenuti più problematici dai giovani italiani. Molte ricerche degli ultimi anni condotte dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo di Milano [1] hanno evidenziato come la disoccupazione giovanile e un mondo del lavoro poco favorevole per le nuove generazioni abbiano effetti molto rilevanti sulle progettualità e sui percorsi di vita, ma anche sulla qualità della vita dei giovani stessi e dei loro famigliari. L’insicurezza lavorativa e la dominante precarietà portano i giovani italiani a bloccarsi nei percorsi di vita, fino a volte a condurli in una spirale di marginalità e demotivazione che sovente caratterizza i Neet (giovani che non lavorano, non studiano e non sono in un periodo di formazione), con una seria compromissione della qualità di vita. In questo lavoro si presentano i risultati di uno studio longitudinale condotto tra il 2015 e il 2018 su un campione rappresentativo (per genere, età, residenza, istruzione e stato civile) di 9,358 giovani italiani di età compresa tra 18 e 32 anni partecipanti all’indagine Rapporto Giovani. Per descrivere l’evoluzione degli indicatori di qualità della vita in relazione sia ai differenti stati occupazionali di partenza sia ai cambiamenti degli stessi, l’indagine è stata ripetuta sui medesimi soggetti nel 2016 (6,172 rispondenti) e nel 2017 (3,034 rispondenti). Infine, nel 2018 un’indagine su 2,003 nuovi soggetti si è focalizzata su alcuni temi specifici del benessere e della qualità della vita. Gli strumenti analizzati longitudinalmente nelle 3 indagini sono stati un item specifico sul livello di felicità percepita, la Satisfaction with Life Scale (SWLS) per la misura della Soddisfazione percepita della propria vita, il General Health Questionnaire (GHQ-12) per la misura delle condizioni generali di Salute, la Rosenberg Self Esteem Scale per la misura dell’Autostima e infine un item singolo per la misura della Percezione di Rischio riguardo al Futuro. Analizzando il totale del campione, nei tre anni le variazioni degli indici di benessere considerati appaiono minime, mentre diventano importanti e significative valutandole in relazione al cambiamento di stato occupazionale. L’uscita dalla condizione di Neet porta a significativi aumenti del livello di Soddisfazione di vita, di Felicità, di Autostima e un miglioramento delle condizioni di salute generale. Viceversa, l’entrata nella condizione di Neet porta a significativi peggioramenti nei livelli di qualità della vita percepiti come Autostima, Salute, Soddisfazione e Felicità. Il peggioramento della condizione occupazionale ha un forte impatto su tutti gli indicatori di benessere analizzati, agendo come effetto, ma anche come causa: i giovani che al momento della prima rilevazione erano più insoddisfatti della propria vita, hanno avuto maggior probabilità di entrare nella condizione di Neet nei successivi 24 mesi. In tutte le indagini emerge come la condizione di Neet amplifichi una valutazione negativa della propria qualità di vita, soprattutto per quanto riguarda la felicità, la soddisfazione e l’autostima. Allo stesso modo un livello di istruzione basso (spesso causa di difficoltà in ingresso nel mondo del lavoro) è legato a indicatori significativamente inferiori di Soddisfazione e Ottimismo. Generalmente l’insoddisfazione dei giovani è legata alle problematiche di stabilità occupazionale e alle scarse disponibilità economiche, e ritengono prioritari in ottica di miglioramento della propria qualità di vita dei sostanziali mutamenti lavorativi. Per il 67% dei giovani la propria vita è molto o abbastanza distante dalla vita ideale, e solo un terzo sente di vivere una vita soddisfacente. Per il 30.3% avere più soldi aiuterebbe a rendere la vita più felice, mentre per il 12% cambiare lavoro. Tra i Neet, invece, il trovare un lavoro sarebbe la chiave fondamentale per rientrare attivamente nella società, con ricadute positive di benessere individuale e collettivo.

Bonanomi, A., L’impatto del cambiamento di stato occupazionale sugli indicatori di qualità della vita tra i giovani italiani: uno studio longitudinale, Contributed paper, in AIQUAV 2018 - Libro degli abstract, (Firenze, 13-15 December 2018), Genova University Press, GENOVA 2019: 61-62 [http://hdl.handle.net/10807/144069]

L’impatto del cambiamento di stato occupazionale sugli indicatori di qualità della vita tra i giovani italiani: uno studio longitudinale

Bonanomi, Andrea
Primo
2019

Abstract

La difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro è uno degli aspetti ritenuti più problematici dai giovani italiani. Molte ricerche degli ultimi anni condotte dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo di Milano [1] hanno evidenziato come la disoccupazione giovanile e un mondo del lavoro poco favorevole per le nuove generazioni abbiano effetti molto rilevanti sulle progettualità e sui percorsi di vita, ma anche sulla qualità della vita dei giovani stessi e dei loro famigliari. L’insicurezza lavorativa e la dominante precarietà portano i giovani italiani a bloccarsi nei percorsi di vita, fino a volte a condurli in una spirale di marginalità e demotivazione che sovente caratterizza i Neet (giovani che non lavorano, non studiano e non sono in un periodo di formazione), con una seria compromissione della qualità di vita. In questo lavoro si presentano i risultati di uno studio longitudinale condotto tra il 2015 e il 2018 su un campione rappresentativo (per genere, età, residenza, istruzione e stato civile) di 9,358 giovani italiani di età compresa tra 18 e 32 anni partecipanti all’indagine Rapporto Giovani. Per descrivere l’evoluzione degli indicatori di qualità della vita in relazione sia ai differenti stati occupazionali di partenza sia ai cambiamenti degli stessi, l’indagine è stata ripetuta sui medesimi soggetti nel 2016 (6,172 rispondenti) e nel 2017 (3,034 rispondenti). Infine, nel 2018 un’indagine su 2,003 nuovi soggetti si è focalizzata su alcuni temi specifici del benessere e della qualità della vita. Gli strumenti analizzati longitudinalmente nelle 3 indagini sono stati un item specifico sul livello di felicità percepita, la Satisfaction with Life Scale (SWLS) per la misura della Soddisfazione percepita della propria vita, il General Health Questionnaire (GHQ-12) per la misura delle condizioni generali di Salute, la Rosenberg Self Esteem Scale per la misura dell’Autostima e infine un item singolo per la misura della Percezione di Rischio riguardo al Futuro. Analizzando il totale del campione, nei tre anni le variazioni degli indici di benessere considerati appaiono minime, mentre diventano importanti e significative valutandole in relazione al cambiamento di stato occupazionale. L’uscita dalla condizione di Neet porta a significativi aumenti del livello di Soddisfazione di vita, di Felicità, di Autostima e un miglioramento delle condizioni di salute generale. Viceversa, l’entrata nella condizione di Neet porta a significativi peggioramenti nei livelli di qualità della vita percepiti come Autostima, Salute, Soddisfazione e Felicità. Il peggioramento della condizione occupazionale ha un forte impatto su tutti gli indicatori di benessere analizzati, agendo come effetto, ma anche come causa: i giovani che al momento della prima rilevazione erano più insoddisfatti della propria vita, hanno avuto maggior probabilità di entrare nella condizione di Neet nei successivi 24 mesi. In tutte le indagini emerge come la condizione di Neet amplifichi una valutazione negativa della propria qualità di vita, soprattutto per quanto riguarda la felicità, la soddisfazione e l’autostima. Allo stesso modo un livello di istruzione basso (spesso causa di difficoltà in ingresso nel mondo del lavoro) è legato a indicatori significativamente inferiori di Soddisfazione e Ottimismo. Generalmente l’insoddisfazione dei giovani è legata alle problematiche di stabilità occupazionale e alle scarse disponibilità economiche, e ritengono prioritari in ottica di miglioramento della propria qualità di vita dei sostanziali mutamenti lavorativi. Per il 67% dei giovani la propria vita è molto o abbastanza distante dalla vita ideale, e solo un terzo sente di vivere una vita soddisfacente. Per il 30.3% avere più soldi aiuterebbe a rendere la vita più felice, mentre per il 12% cambiare lavoro. Tra i Neet, invece, il trovare un lavoro sarebbe la chiave fondamentale per rientrare attivamente nella società, con ricadute positive di benessere individuale e collettivo.
2019
Italiano
AIQUAV 2018 - Libro degli abstract
V Convegno Nazionale AIQUAV
Firenze
Contributed paper
13-dic-2018
15-dic-2018
978-88-94943-43-6
Genova University Press
Bonanomi, A., L’impatto del cambiamento di stato occupazionale sugli indicatori di qualità della vita tra i giovani italiani: uno studio longitudinale, Contributed paper, in AIQUAV 2018 - Libro degli abstract, (Firenze, 13-15 December 2018), Genova University Press, GENOVA 2019: 61-62 [http://hdl.handle.net/10807/144069]
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