Opera simbolo della produzione estetica di Kierkegaard, e scritto centrale della celeberrima raccolta Enten-Eller uscita a Copenaghen nel 1843, il Diario del seduttore è l’ambiguo resoconto – in parte epistolare, in parte diaristico – di una raffinata e morbosa storia di seduzione. Nell’anima esacerbata dell’esteta Johannes si sposano l’angoscia di Faust e l’astuzia sensuale di Don Giovanni, per dare vita a un poeta demoniaco ai cui piedi una giovane Cordelia è destinata fatalmente a soccombere. Nel mondo malinconico ed esaltato di Johannes, realtà e sogno, vita e teatro, si confondono dialetticamente. Le persone fungono per Johannes solo da stimolo, egli le rigetta come gli alberi lasciano cadere le foglie: lui ringiovanisce mentre le fronde sono destinate inesorabilmente a seccare. Eppure, anche nella più profonda afflizione, Cordelia non riesce a odiare l’uomo che l’ha sedotta e poi abbandonata, i suoi sentimenti sono prigionieri di un’ambiguità che è anch’essa frutto della potente capacità manipolatoria del seduttore. La seduzione è dunque per Johannes un “gioco serio”, un labirinto narcisisticamente conchiuso in se stesso come una trappola dalla quale non si può uscire se non rientrando nel più profondo di sé, fino a toccare quell’abisso di angoscia che solo conduce a una scelta esistenziale: aut-aut, una scelta della quale Johannes però non è capace. La via d’uscita, Kierkegaard la mostrerà solo nelle opere successive, con la produzione di una serie di scritti edificanti, viatico in direzione del religioso.

Basso, I. M., (a cura di), Edizione critica di testi / di scavo di "Il diario del Seduttore" / Feltrinelli, Milano 2019: 194 [http://hdl.handle.net/10807/142614]

Il diario del Seduttore

Basso, Ingrid Marina
2019

Abstract

Opera simbolo della produzione estetica di Kierkegaard, e scritto centrale della celeberrima raccolta Enten-Eller uscita a Copenaghen nel 1843, il Diario del seduttore è l’ambiguo resoconto – in parte epistolare, in parte diaristico – di una raffinata e morbosa storia di seduzione. Nell’anima esacerbata dell’esteta Johannes si sposano l’angoscia di Faust e l’astuzia sensuale di Don Giovanni, per dare vita a un poeta demoniaco ai cui piedi una giovane Cordelia è destinata fatalmente a soccombere. Nel mondo malinconico ed esaltato di Johannes, realtà e sogno, vita e teatro, si confondono dialetticamente. Le persone fungono per Johannes solo da stimolo, egli le rigetta come gli alberi lasciano cadere le foglie: lui ringiovanisce mentre le fronde sono destinate inesorabilmente a seccare. Eppure, anche nella più profonda afflizione, Cordelia non riesce a odiare l’uomo che l’ha sedotta e poi abbandonata, i suoi sentimenti sono prigionieri di un’ambiguità che è anch’essa frutto della potente capacità manipolatoria del seduttore. La seduzione è dunque per Johannes un “gioco serio”, un labirinto narcisisticamente conchiuso in se stesso come una trappola dalla quale non si può uscire se non rientrando nel più profondo di sé, fino a toccare quell’abisso di angoscia che solo conduce a una scelta esistenziale: aut-aut, una scelta della quale Johannes però non è capace. La via d’uscita, Kierkegaard la mostrerà solo nelle opere successive, con la produzione di una serie di scritti edificanti, viatico in direzione del religioso.
2019
Italiano
9788807903434
Feltrinelli
Basso, I. M., (a cura di), Edizione critica di testi / di scavo di "Il diario del Seduttore" / Feltrinelli, Milano 2019: 194 [http://hdl.handle.net/10807/142614]
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