In questo capitolo: - La conoscenza delle dinamiche di consumo dei prodotti e delle tecnologie mediali costituisce un’esigenza tanto del sistema industriale dei media quanto delle scienze umane che studiano, anche criticamente, i processi di comunicazione supportati tecnologicamente. - Il consumo merita di essere studiato perché non definisce una posizione passiva; anzi, esso implica sempre un’attività di co-produzione di senso e di interpretazione che è connessa con le identità e le appartenenze sociali del destinatario. - In una prospettiva mediaeducativa, l’analisi dei consumi mediali è utile ad almeno tre livelli: descrivere concretamente il pubblico (caratteristiche socio-demografiche); decostruire la logica della domanda e dell’offerta (strategie di marketing); stimolare l’autoriflessività del pubblico (consapevolezza ed empowerment). - Le principali metodologie di analisi dei consumi hanno carattere quantitativo (volti soprattutto alla misurazione dei fenomeni) o qualitativo (focalizzati maggiormente sull’attribuzione di senso alle pratiche di consumo); ciascun metodo “costruisce” il proprio dato e, in ultima istanza, rispecchia una diversa idea di “pubblico”. - Metodi quantitativi sono, tra gli altri, la rilevazione statistica, quella audiometrica e la survey; esempi di metodi qualitativi sono l’intervista, il focus group e l’etnografia.
Aroldi, P., Analisi dei consumi, in Rivoltella, P. C. R. P. G. (ed.), Tecnologie per l'educazione, Pearson, Torino 2019: 117- 129 [http://hdl.handle.net/10807/131078]
Analisi dei consumi
Aroldi, Piermarco
2019
Abstract
In questo capitolo: - La conoscenza delle dinamiche di consumo dei prodotti e delle tecnologie mediali costituisce un’esigenza tanto del sistema industriale dei media quanto delle scienze umane che studiano, anche criticamente, i processi di comunicazione supportati tecnologicamente. - Il consumo merita di essere studiato perché non definisce una posizione passiva; anzi, esso implica sempre un’attività di co-produzione di senso e di interpretazione che è connessa con le identità e le appartenenze sociali del destinatario. - In una prospettiva mediaeducativa, l’analisi dei consumi mediali è utile ad almeno tre livelli: descrivere concretamente il pubblico (caratteristiche socio-demografiche); decostruire la logica della domanda e dell’offerta (strategie di marketing); stimolare l’autoriflessività del pubblico (consapevolezza ed empowerment). - Le principali metodologie di analisi dei consumi hanno carattere quantitativo (volti soprattutto alla misurazione dei fenomeni) o qualitativo (focalizzati maggiormente sull’attribuzione di senso alle pratiche di consumo); ciascun metodo “costruisce” il proprio dato e, in ultima istanza, rispecchia una diversa idea di “pubblico”. - Metodi quantitativi sono, tra gli altri, la rilevazione statistica, quella audiometrica e la survey; esempi di metodi qualitativi sono l’intervista, il focus group e l’etnografia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.