Quando parla dei viaggi narrati dall’amato Jules Verne, Italo Calvino dichiara di prediligere gli scenari «sotterranei» descritti in testi come Le Indie nere e Viaggio al centro della Terra. L’autore della lezione sulla Leggerezza, apparentemente lontano dalla tradizione delle scritture infere che va da Virgilio a Dante, sembra condividere l’istinto cartografico che spinge Verne a decrittare i labirinti nascosti nel sottosuolo, costruiti grazie a un efficace miscuglio di scienza e mito. Il sottosuolo, in questo senso, non è ancora quello psicologico formalizzato da Dostoevskij e poi da Freud, ma appartiene alla «geografia delle fate», è quindi uno spazio ascrivibile alle regioni del fantastico. Al contempo, come dimostrano alcune delle Città invisibili, Calvino si serve del sottosuolo come specchio della superficie: un sottosuolo che finisce, paradossalmente, per coincidere con il visibile, trasformandosi nel luogo del dialogo tra morti e vivi, tra passato e presente, tra archeologia e storia.
Savio, D., «Lezioni d’abisso». Italo Calvino e il mondo sotterraneo, in Sgavicchia, S., Tortora, M. (ed.), Geografie della modernità letteraria, ETS, Pisa 2017: tomo I 281- 286 [http://hdl.handle.net/10807/122247]
«Lezioni d’abisso». Italo Calvino e il mondo sotterraneo
Savio, Davide
Primo
2017
Abstract
Quando parla dei viaggi narrati dall’amato Jules Verne, Italo Calvino dichiara di prediligere gli scenari «sotterranei» descritti in testi come Le Indie nere e Viaggio al centro della Terra. L’autore della lezione sulla Leggerezza, apparentemente lontano dalla tradizione delle scritture infere che va da Virgilio a Dante, sembra condividere l’istinto cartografico che spinge Verne a decrittare i labirinti nascosti nel sottosuolo, costruiti grazie a un efficace miscuglio di scienza e mito. Il sottosuolo, in questo senso, non è ancora quello psicologico formalizzato da Dostoevskij e poi da Freud, ma appartiene alla «geografia delle fate», è quindi uno spazio ascrivibile alle regioni del fantastico. Al contempo, come dimostrano alcune delle Città invisibili, Calvino si serve del sottosuolo come specchio della superficie: un sottosuolo che finisce, paradossalmente, per coincidere con il visibile, trasformandosi nel luogo del dialogo tra morti e vivi, tra passato e presente, tra archeologia e storia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.