ANGELA IDA VILLA Dalla “vecchierella” dionisiaca di Ovidio delle feste primaverili dei Liberalia alla «vecchierella» del Sabato del villaggio di Leopardi (con una considerazione sulle rose e viole dell’Orfeo di Poliziano e sul «pipistrello» di Pompei, presso il tempio di Iside, della Ginestra e con un’appendice sulla concezione leopardiana dell’«entusiasmo» divino del poeta “oltrafilosofo”) “Otto/Novecento”, n. 2, 2011 INDICE PREMESSA. Le “favole antiche” di Recanati, il borgo di Venere (Astarte) Ericina, e le feste religiose dell’antichità pagana dallo Zibaldone al Sabato del villaggio passando per La sera del dì di festa, Il passero solitario e Le ricordanze. I. Le “vecchierelle” dionisiache, sedute e coronate d’edera, nelle feste religiose pagane di primavera dei Liberalia di Varrone (De lingua latina, VI, 3, 14) e di Ovidio (Fasti, III, 725-6 e 761-70) e la «vecchierella» seduta del Sabato del villaggio, che al «suo buon tempo» si «ornava» (con rose e viole) «ai dì della festa». II. La rima «isnella»-«bella» tra le «rose, e viole» dell’Orfeo di Poliziano (ed. Affò) e nei versi della «vecchierella» che «si ornava» (con rose e viole). III. La «vecchierella» del Sabato del villaggio, che sta seduta a filare al tramonto con le «vicine» e non va più alle feste notturne danzanti ornata con rose e viole dionisiache, e la “favola antica” delle Miniadi filatrici che vennero trasformate in pipistrelli da Dioniso perché ree di aver disertato la sua festa onde potersi dedicare all’opera della filatura (Ovidio, Metamorfosi, IV). III. 1. Il «pipistrello» di Pompei, presso il tempio di Iside, della Ginestra e l’«ibis»-«nottola» di Isaia, 34, 11 (e sul Pascoli interprete della “Ginestra dei Carbonai”, il simbolico fiore dell’ekpyrosis). APPENDICE I. I. Ancora sul “Dioniso vestito da donzelletta” nei vv. 1-4 del Sabato del villaggio (a proposito della metamorfosi di Dioniso in “donzelletta” (kóre) nella “favola antica” delle Miniadi di Antonino Liberale, Metamorfosi, X, 1). II. A proposito della metamorfosi di Dioniso in leopardo nella “favola antica” delle Miniadi (Antonino Liberale, Metamorfosi, X, 2): Leopardi Giacomo alias «Tirso» e i leopardi di Dioniso. APPENDICE II. I. A proposito del divino entusiasmo del poeta-“oltrafilosofo”: la poesia descrittiva di Ovidio, poeta di debole entusiasmo, che «non seppe far molto con poco», e la «moltiplicità simultanea delle idee» di Leopardi che, poeta-«Tirso», nel Sabato del villaggio ricorre al simbolo religioso e alla teomitia simbolica (alla Creuzer). I. 1. Ovidio criticato da Leopardi perché «non seppe far molto con poco» e perché «poco o nulla [...] ha di simultaneo». I. 2. L’entusiasmo come momento conoscitivo del «gran poeta» che nel contempo è «gran filosofo»: il di-vino «entusiasmo degli antichi» (l’entusiasmo simile all’«ubbriachezza» in Pindaro, nonché in «alcuni lirici tedeschi ed inglesi») e l’«oltrafilosofia» irrazionalistica e sapienziale di Leopardi. I. 3. L’entusiasmo come momento creativo del «gran poeta» che è anche «gran filosofo»: la genesi di similitudini, metafore e simboli e la “poesia sapienziale” del poeta “oltrafilosofo”. I. 4. Ovidio vs «il fuoco e l'entusiasmo di Pindaro» (e vs Orazio) nello Zibaldone. I. 5. Ovidio, che desta le immagini dopo un «lungo circuito, e così poco o nulla v’ha di simultaneo», e la visione simultanea del Leopardi, “poeta visionario”, nel Sabato del villaggio, per il quale «il mondo e gli oggetti sono in un certo modo doppi» e cangianti. I. 6. Ovidio vs Pindaro nel Sabato del villaggio. I. 7. Il simbolo e la teomitia simbolica nel Sabato del villaggio vs il descrittivismo ovidiano. II. Ovidio criticato perché «non dissimula, non che nasconda» e il Leopardi poeta reticente che nel Sabato del villaggio dice: <<Altro dirti non vo’» e che, “poeta delle meraviglie”, postula la figura del lettore-investigatore

Villa, A. I., Angela Ida Villa, Dalla “vecchierella” dionisiaca di Ovidio delle feste primaverili dei “Liberalia” alla “vecchierella” del “Sabato del villaggio” di Leopardi (con una considerazione sulle rose e viole dell’“Orfeo” di Poliziano e sul “pipistrello” di Pompei, presso il tempio di Iside, della “Ginestra” e con un’appendice sulla concezione leopardiana dell’“entusiasmo” divino del poeta “oltrafilosofo”), “Otto/Novecento”, n. 2, 2011, pp. 27-135., <<OTTO-NOVECENTO>>, 2011; 2011 (2): 27-135 [http://hdl.handle.net/10807/12122]

Angela Ida Villa, Dalla “vecchierella” dionisiaca di Ovidio delle feste primaverili dei “Liberalia” alla “vecchierella” del “Sabato del villaggio” di Leopardi (con una considerazione sulle rose e viole dell’“Orfeo” di Poliziano e sul “pipistrello” di Pompei, presso il tempio di Iside, della “Ginestra” e con un’appendice sulla concezione leopardiana dell’“entusiasmo” divino del poeta “oltrafilosofo”), “Otto/Novecento”, n. 2, 2011, pp. 27-135.

Villa, Angela Ida
2011

Abstract

ANGELA IDA VILLA Dalla “vecchierella” dionisiaca di Ovidio delle feste primaverili dei Liberalia alla «vecchierella» del Sabato del villaggio di Leopardi (con una considerazione sulle rose e viole dell’Orfeo di Poliziano e sul «pipistrello» di Pompei, presso il tempio di Iside, della Ginestra e con un’appendice sulla concezione leopardiana dell’«entusiasmo» divino del poeta “oltrafilosofo”) “Otto/Novecento”, n. 2, 2011 INDICE PREMESSA. Le “favole antiche” di Recanati, il borgo di Venere (Astarte) Ericina, e le feste religiose dell’antichità pagana dallo Zibaldone al Sabato del villaggio passando per La sera del dì di festa, Il passero solitario e Le ricordanze. I. Le “vecchierelle” dionisiache, sedute e coronate d’edera, nelle feste religiose pagane di primavera dei Liberalia di Varrone (De lingua latina, VI, 3, 14) e di Ovidio (Fasti, III, 725-6 e 761-70) e la «vecchierella» seduta del Sabato del villaggio, che al «suo buon tempo» si «ornava» (con rose e viole) «ai dì della festa». II. La rima «isnella»-«bella» tra le «rose, e viole» dell’Orfeo di Poliziano (ed. Affò) e nei versi della «vecchierella» che «si ornava» (con rose e viole). III. La «vecchierella» del Sabato del villaggio, che sta seduta a filare al tramonto con le «vicine» e non va più alle feste notturne danzanti ornata con rose e viole dionisiache, e la “favola antica” delle Miniadi filatrici che vennero trasformate in pipistrelli da Dioniso perché ree di aver disertato la sua festa onde potersi dedicare all’opera della filatura (Ovidio, Metamorfosi, IV). III. 1. Il «pipistrello» di Pompei, presso il tempio di Iside, della Ginestra e l’«ibis»-«nottola» di Isaia, 34, 11 (e sul Pascoli interprete della “Ginestra dei Carbonai”, il simbolico fiore dell’ekpyrosis). APPENDICE I. I. Ancora sul “Dioniso vestito da donzelletta” nei vv. 1-4 del Sabato del villaggio (a proposito della metamorfosi di Dioniso in “donzelletta” (kóre) nella “favola antica” delle Miniadi di Antonino Liberale, Metamorfosi, X, 1). II. A proposito della metamorfosi di Dioniso in leopardo nella “favola antica” delle Miniadi (Antonino Liberale, Metamorfosi, X, 2): Leopardi Giacomo alias «Tirso» e i leopardi di Dioniso. APPENDICE II. I. A proposito del divino entusiasmo del poeta-“oltrafilosofo”: la poesia descrittiva di Ovidio, poeta di debole entusiasmo, che «non seppe far molto con poco», e la «moltiplicità simultanea delle idee» di Leopardi che, poeta-«Tirso», nel Sabato del villaggio ricorre al simbolo religioso e alla teomitia simbolica (alla Creuzer). I. 1. Ovidio criticato da Leopardi perché «non seppe far molto con poco» e perché «poco o nulla [...] ha di simultaneo». I. 2. L’entusiasmo come momento conoscitivo del «gran poeta» che nel contempo è «gran filosofo»: il di-vino «entusiasmo degli antichi» (l’entusiasmo simile all’«ubbriachezza» in Pindaro, nonché in «alcuni lirici tedeschi ed inglesi») e l’«oltrafilosofia» irrazionalistica e sapienziale di Leopardi. I. 3. L’entusiasmo come momento creativo del «gran poeta» che è anche «gran filosofo»: la genesi di similitudini, metafore e simboli e la “poesia sapienziale” del poeta “oltrafilosofo”. I. 4. Ovidio vs «il fuoco e l'entusiasmo di Pindaro» (e vs Orazio) nello Zibaldone. I. 5. Ovidio, che desta le immagini dopo un «lungo circuito, e così poco o nulla v’ha di simultaneo», e la visione simultanea del Leopardi, “poeta visionario”, nel Sabato del villaggio, per il quale «il mondo e gli oggetti sono in un certo modo doppi» e cangianti. I. 6. Ovidio vs Pindaro nel Sabato del villaggio. I. 7. Il simbolo e la teomitia simbolica nel Sabato del villaggio vs il descrittivismo ovidiano. II. Ovidio criticato perché «non dissimula, non che nasconda» e il Leopardi poeta reticente che nel Sabato del villaggio dice: <
2011
Italiano
Villa, A. I., Angela Ida Villa, Dalla “vecchierella” dionisiaca di Ovidio delle feste primaverili dei “Liberalia” alla “vecchierella” del “Sabato del villaggio” di Leopardi (con una considerazione sulle rose e viole dell’“Orfeo” di Poliziano e sul “pipistrello” di Pompei, presso il tempio di Iside, della “Ginestra” e con un’appendice sulla concezione leopardiana dell’“entusiasmo” divino del poeta “oltrafilosofo”), “Otto/Novecento”, n. 2, 2011, pp. 27-135., <<OTTO-NOVECENTO>>, 2011; 2011 (2): 27-135 [http://hdl.handle.net/10807/12122]
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