A che cosa, a chi serve la supervisione? Da chi viene condotta? Quando entra in gioco? Come la si può connotare? L'assunzione di queste e altre domande simili ha caratterizzato il percorso d'indagine ed esplorazione sulla dimensione della supervisione dell'educatore professionale, i cui esiti sono presentati in forma di analisi ed elaborazione in questo volume. Un percorso condotto da Iref in collaborazione con l'Esae di Milano, per iniziativa del settore Famiglia e Politiche sociali della Regione Lombardia. A fronte di una forte esigenza e investimento su di essa all'interno delle équipe professionali, fa riscontro in effetti la pluralità e l'estrema differenziazione delle forme e delle modalità di supervisione. Ciò non sempre costituisce espressione di ricchezza e varietà consapevole di approcci, ma è in molti casi un segnale di frammentazione, di confusività e fruizione "consumistica" della supervisione sul "mercato" delle molteplici offerte esistenti. Il testo suggerisce un itinerario di ricognizione all'interno di questo variegato mondo, con l'intento di acquisire qualche guadagno in termini di definizione, di chiarezza degli aspetti connotativi, d'individuazione di coordinate di riferimento per orientarsi a discernere. Il percorso ha valorizzato esperienze, sedi e contesti in atto, in una ottica di ricerca-azione, contattando la disponibilità al coinvolgimento da parte di educatori e servizi e cercando d'individuare aspetti e condizioni attraverso i quali la supervisione si configura come dimensione essenziale per lo svolgimento sempre più qualificato dell'attività educativa. Ne è scaturita una idea di supervisione quale strumento di lavoro che supporta la crescita personale e professionale degli operatori educativi e ne garantisce una sorta di "manutenzione" lavorativa, in grado cioè di sostenere continui adattamenti innovativi della propria professionalità. La supervisione diviene, in questa prospettiva, un supporto peculiare al processo di costante attribuzione di significato cui l'educatore è confrontato non solo rispetto alle situazioni problematiche che incontra, ma anche in termini di fronteggiamento degli eventi critici rappresentati dal suo percorso d'individuazione/qualificazione professionale e dalle situazioni di socializzazione lavorativa legate agli specifici contesti organizzativi in cui opera. In riferimento all'ampia fenomenologia delle esperienze indagate, vengono suggerite indicazioni e assi regolativi, così come spunti e nodi critici rilevati, certo non esaustivi né definitivi, ma utili e significativi per un mirato orientamento e impostazione di una sempre più adeguata offerta di supervisione agli educatori professionali.

Scaratti, G., Fuse', O., Bertani, A. (eds.), La supervisione dell'educatore professionale. Per un'identita nel lavoro, Franco Angeli, Milano 1999: 160 [http://hdl.handle.net/10807/11954]

La supervisione dell'educatore professionale. Per un'identita nel lavoro

Scaratti, Giuseppe;
1999

Abstract

A che cosa, a chi serve la supervisione? Da chi viene condotta? Quando entra in gioco? Come la si può connotare? L'assunzione di queste e altre domande simili ha caratterizzato il percorso d'indagine ed esplorazione sulla dimensione della supervisione dell'educatore professionale, i cui esiti sono presentati in forma di analisi ed elaborazione in questo volume. Un percorso condotto da Iref in collaborazione con l'Esae di Milano, per iniziativa del settore Famiglia e Politiche sociali della Regione Lombardia. A fronte di una forte esigenza e investimento su di essa all'interno delle équipe professionali, fa riscontro in effetti la pluralità e l'estrema differenziazione delle forme e delle modalità di supervisione. Ciò non sempre costituisce espressione di ricchezza e varietà consapevole di approcci, ma è in molti casi un segnale di frammentazione, di confusività e fruizione "consumistica" della supervisione sul "mercato" delle molteplici offerte esistenti. Il testo suggerisce un itinerario di ricognizione all'interno di questo variegato mondo, con l'intento di acquisire qualche guadagno in termini di definizione, di chiarezza degli aspetti connotativi, d'individuazione di coordinate di riferimento per orientarsi a discernere. Il percorso ha valorizzato esperienze, sedi e contesti in atto, in una ottica di ricerca-azione, contattando la disponibilità al coinvolgimento da parte di educatori e servizi e cercando d'individuare aspetti e condizioni attraverso i quali la supervisione si configura come dimensione essenziale per lo svolgimento sempre più qualificato dell'attività educativa. Ne è scaturita una idea di supervisione quale strumento di lavoro che supporta la crescita personale e professionale degli operatori educativi e ne garantisce una sorta di "manutenzione" lavorativa, in grado cioè di sostenere continui adattamenti innovativi della propria professionalità. La supervisione diviene, in questa prospettiva, un supporto peculiare al processo di costante attribuzione di significato cui l'educatore è confrontato non solo rispetto alle situazioni problematiche che incontra, ma anche in termini di fronteggiamento degli eventi critici rappresentati dal suo percorso d'individuazione/qualificazione professionale e dalle situazioni di socializzazione lavorativa legate agli specifici contesti organizzativi in cui opera. In riferimento all'ampia fenomenologia delle esperienze indagate, vengono suggerite indicazioni e assi regolativi, così come spunti e nodi critici rilevati, certo non esaustivi né definitivi, ma utili e significativi per un mirato orientamento e impostazione di una sempre più adeguata offerta di supervisione agli educatori professionali.
1999
Italiano
88-464-1541-7
Scaratti, G., Fuse', O., Bertani, A. (eds.), La supervisione dell'educatore professionale. Per un'identita nel lavoro, Franco Angeli, Milano 1999: 160 [http://hdl.handle.net/10807/11954]
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