Il saggio illustra la tendenza all'interno della narrativa irlandese contemporanea, alla rappresentazione sempre più insistita di motivi gotici. Tale tendenza, che allinea l'Irlanda al resto del mondo, qui si colora di una tradizione autoctona e individua l'influsso primario in un romanzo del 1820, Melmoth the Wanderer dell’irlandese Charles Robert Maturin. In questo romanzo i conflitti e i terrori del gotico vengono interiorizzati indicando una prospettiva che diventerà dominante nel romanzo gotico del ventesimo secolo. L’analisi di alcune opere di John Banville e di Patrick McCabe ci permetterà di esemplificare questo processo di interiorizzazione che si fa responsabile delle sostanziali modifiche che avvengono all’interno delle convenzioni classiche del genere. Essenzialmente, quella componente di male e di violenza distruttiva che connotava il villain del gotico settecentesco e ottocentesco e che pervadeva tutto ciò che lo circondava, l’ambiente, le condizioni meteorologiche, la sua dimora, ora viene interiorizzata nel castello labirintico della mente del personaggio. Questo comporta, a livello narrativo, una sensibile riduzione di quegli ingredienti simbolici di sovrannaturale e misterioso che assimilavano il genere gotico classico al romance e una conseguente sostituzione di essi con scenari più reali. Il castello è sostituito dalla Big House, la vaghezza geografica dell’ambientazione è annullata da una collocazione più precisa dei luoghi, che sono spesso città.

Bendelli, G., Tendenze (neo)gotiche nella narrativa irlandese contemporanea, <<NUOVA SECONDARIA>>, 2011; XXIX (3): 77-80 [http://hdl.handle.net/10807/11699]

Tendenze (neo)gotiche nella narrativa irlandese contemporanea

Bendelli, Giuliana
2011

Abstract

Il saggio illustra la tendenza all'interno della narrativa irlandese contemporanea, alla rappresentazione sempre più insistita di motivi gotici. Tale tendenza, che allinea l'Irlanda al resto del mondo, qui si colora di una tradizione autoctona e individua l'influsso primario in un romanzo del 1820, Melmoth the Wanderer dell’irlandese Charles Robert Maturin. In questo romanzo i conflitti e i terrori del gotico vengono interiorizzati indicando una prospettiva che diventerà dominante nel romanzo gotico del ventesimo secolo. L’analisi di alcune opere di John Banville e di Patrick McCabe ci permetterà di esemplificare questo processo di interiorizzazione che si fa responsabile delle sostanziali modifiche che avvengono all’interno delle convenzioni classiche del genere. Essenzialmente, quella componente di male e di violenza distruttiva che connotava il villain del gotico settecentesco e ottocentesco e che pervadeva tutto ciò che lo circondava, l’ambiente, le condizioni meteorologiche, la sua dimora, ora viene interiorizzata nel castello labirintico della mente del personaggio. Questo comporta, a livello narrativo, una sensibile riduzione di quegli ingredienti simbolici di sovrannaturale e misterioso che assimilavano il genere gotico classico al romance e una conseguente sostituzione di essi con scenari più reali. Il castello è sostituito dalla Big House, la vaghezza geografica dell’ambientazione è annullata da una collocazione più precisa dei luoghi, che sono spesso città.
2011
Italiano
Bendelli, G., Tendenze (neo)gotiche nella narrativa irlandese contemporanea, <<NUOVA SECONDARIA>>, 2011; XXIX (3): 77-80 [http://hdl.handle.net/10807/11699]
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