Le nuove modalità con cui l’arte si esprimeva negli anni Settanta, proprio anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie, hanno determinato un dibattito sulla natura stessa dell’opera d’arte, che dalla tradizionale forma di pittura e scultura si apriva a una dimensione più fluida, definita dalla critica “comportamento”: una categoria che riassumeva azioni performative, installazioni, arte ambientale, e quindi anche opere realizzate con il video o con, ad esempio, la luce laser. Prendere in considerazione le due edizioni del 1970 e del 1972 della mostra di Venezia permette di fare alcune riflessioni sulle modalità con cui in Italia sono state recepite le ricerche sull’arte attenta ai nuovi media sia a livello di realizzazioni artistiche, sia a livello critico, dal momento che entrambe le mostre hanno dato l’avvio a un vivace dibattito, talvolta dai toni anche molto accesi, su tale tema. Allo stesso tempo è possibile riflettere sull’impatto che tali nuove forme di espressione artistica determinarono all’interno della Biennale sullo sfondo di una situazione alquanto complessa nell’ambito del rinnovamento statutario dell'istituzione stessa.

Di Raddo, E., La crisi dell’“opera”: la tecnologia entra in Biennale (le edizioni del 1970 e del 1972), in Castellani, F., Charans, E. (ed.), Crocevia Biennale, Scalpendi editore, Milano 2017: 207- 216 [http://hdl.handle.net/10807/115977]

La crisi dell’“opera”: la tecnologia entra in Biennale (le edizioni del 1970 e del 1972)

Di Raddo, Elena
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2017

Abstract

Le nuove modalità con cui l’arte si esprimeva negli anni Settanta, proprio anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie, hanno determinato un dibattito sulla natura stessa dell’opera d’arte, che dalla tradizionale forma di pittura e scultura si apriva a una dimensione più fluida, definita dalla critica “comportamento”: una categoria che riassumeva azioni performative, installazioni, arte ambientale, e quindi anche opere realizzate con il video o con, ad esempio, la luce laser. Prendere in considerazione le due edizioni del 1970 e del 1972 della mostra di Venezia permette di fare alcune riflessioni sulle modalità con cui in Italia sono state recepite le ricerche sull’arte attenta ai nuovi media sia a livello di realizzazioni artistiche, sia a livello critico, dal momento che entrambe le mostre hanno dato l’avvio a un vivace dibattito, talvolta dai toni anche molto accesi, su tale tema. Allo stesso tempo è possibile riflettere sull’impatto che tali nuove forme di espressione artistica determinarono all’interno della Biennale sullo sfondo di una situazione alquanto complessa nell’ambito del rinnovamento statutario dell'istituzione stessa.
2017
Italiano
Crocevia Biennale
978-88-99473-61-7
Scalpendi editore
Di Raddo, E., La crisi dell’“opera”: la tecnologia entra in Biennale (le edizioni del 1970 e del 1972), in Castellani, F., Charans, E. (ed.), Crocevia Biennale, Scalpendi editore, Milano 2017: 207- 216 [http://hdl.handle.net/10807/115977]
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