Il saggio, attraverso un excursus sulle forme del teatro cosiddetto leggero che si imposero con successo nel teatro inglese del periodo vittoriano, porta l'attenzione sul generale fermento caratteristico di ogni campo della letteratura verso la fine dell'Ottocento e che coinvolse anche il teatro dando luogo al cosiddetto New Drama. Oscar Wilde e George Bernard Shaw, entrambi irlandesi, moderni expatriate wits eredi dei connazionali Goldsmith e Sheridan, si impongono sulla scena teatrale inglese sul finire del secolo e ne determinano la rinascita. Si tratta di due approcci diversi, in parte complementari, in grado di assolvere al compito di ripristinare la funzione primaria del teatro inteso come riflesso della realtà socio-politica e culturale del tempo, determinando una particolare forma di eredità ideale con una certa classicità decadente, quella ellenistica. Il saggio restringe l'indagine alla figura di Wilde in quanto egli meglio incarna l’eroe decadente della società tardovittoriana e riunisce in sé i tratti salienti dell’artista ellenista. Wilde opera nel contesto di una Londra divenuta metropoli di provincia, proprio come, per il commediografo Menandro, era stata Atene, la cui vita culturale si ridusse alla filosofia e alla commedia. La filosofia era quella epicurea che teorizzava il disimpegno politico e la commedia, anch’essa non più incentrata sulle figure dei politici, si concentrava sull’aspetto universale, collettivo, dell’uomo privato. Gli ingredienti della commedie di Wilde, dette society plays, sono quelli classici dei travestimenti, delle agnizioni e degli equivoci; i suoi tipi, quali il parassita e lo zotico campagnolo, sono quelli già impiegati da Epicarmo e in tutta la commedia attica. Si noterà infine come, della commedia classica venga qui data particolare enfasi al contrasto dialogico, pervaso da una nota comica molto arguta e satirica che indulge al paradosso linguistico attraverso un ampio uso del memorabile pun.

Bendelli, G., Echi ellenistici nella commedia inglese di fine Ottocento, Il lessico della classicità nella letteratura europea moderna, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 2009: 877-888 [http://hdl.handle.net/10807/10625]

Echi ellenistici nella commedia inglese di fine Ottocento

Bendelli, Giuliana
2009

Abstract

Il saggio, attraverso un excursus sulle forme del teatro cosiddetto leggero che si imposero con successo nel teatro inglese del periodo vittoriano, porta l'attenzione sul generale fermento caratteristico di ogni campo della letteratura verso la fine dell'Ottocento e che coinvolse anche il teatro dando luogo al cosiddetto New Drama. Oscar Wilde e George Bernard Shaw, entrambi irlandesi, moderni expatriate wits eredi dei connazionali Goldsmith e Sheridan, si impongono sulla scena teatrale inglese sul finire del secolo e ne determinano la rinascita. Si tratta di due approcci diversi, in parte complementari, in grado di assolvere al compito di ripristinare la funzione primaria del teatro inteso come riflesso della realtà socio-politica e culturale del tempo, determinando una particolare forma di eredità ideale con una certa classicità decadente, quella ellenistica. Il saggio restringe l'indagine alla figura di Wilde in quanto egli meglio incarna l’eroe decadente della società tardovittoriana e riunisce in sé i tratti salienti dell’artista ellenista. Wilde opera nel contesto di una Londra divenuta metropoli di provincia, proprio come, per il commediografo Menandro, era stata Atene, la cui vita culturale si ridusse alla filosofia e alla commedia. La filosofia era quella epicurea che teorizzava il disimpegno politico e la commedia, anch’essa non più incentrata sulle figure dei politici, si concentrava sull’aspetto universale, collettivo, dell’uomo privato. Gli ingredienti della commedie di Wilde, dette society plays, sono quelli classici dei travestimenti, delle agnizioni e degli equivoci; i suoi tipi, quali il parassita e lo zotico campagnolo, sono quelli già impiegati da Epicarmo e in tutta la commedia attica. Si noterà infine come, della commedia classica venga qui data particolare enfasi al contrasto dialogico, pervaso da una nota comica molto arguta e satirica che indulge al paradosso linguistico attraverso un ampio uso del memorabile pun.
2009
Italiano
978-88-12-00017-3
Bendelli, G., Echi ellenistici nella commedia inglese di fine Ottocento, Il lessico della classicità nella letteratura europea moderna, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 2009: 877-888 [http://hdl.handle.net/10807/10625]
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